Roma, la mossa dei Friedkin per rifinanziare il debito

ROMAUn’altra operazione finanziaria, un altro movimento che mira ad avvicinare la stabilità economica. I Friedkin hanno deciso di cancellare il debito determinato dal bond emesso nel 2019 dal vecchio proprietario Pallotta, che all’epoca cercava fondi nell’immediato per tenere in vita la Roma senza erogare fondi del patrimonio personale. Si trattò di un’emissione da 275 milioni che garantì a un pool di investitori istituzionali qualificati un’ottima cedola maturata grazie al tasso d’interesse del 5,125% annuo. 

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Rifinanziare

Il rimborso dei bond, che avverrà mercoledì 26 ottobre, costerà un prezzo di 101,28 centesimi su un euro. Quindi gli investitori incasseranno una plusvalenza dell’1,28 % sull’importo dei titoli, che i Friedkin a un anno dalla scadenza naturale del bond pagheranno 266.572.250 euro più interessi da 4.383.925 euro: quasi 271 milioni insomma. Ma la strategia è chiara. La Roma rifinanzierà il debito il giorno dopo aver rimborsato la cifra dovuta, probabilmente con un nuovo bond di un valore ancora non comunicato che avrà una scadenza più lontana, sempre intorno ai cinque anni, e magari un interesse più conveniente. In questo modo l’azionista, aspettando il nuovo aumento di capitale, potrà iniettare liquidità nel club per l’attività corrente, alleggerendo di fatto anche l’indebitamento nel medio periodo. I mercati per la nuova emissione del bond potrebbero essere sempre gli stessi: Vienna e Lussemburgo. 

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Silenzio

Si tratta della prima mossa di ristrutturazione finanziaria varata dopo l’uscita dalla Borsa, voluta con forza dalla proprietà per snellire le possibilità operative e anche (se non soprattutto) per evitare il meccanismo della trasparenza: essendo imprenditori molto affezionati al silenzio, i Friedkin preferiscono comunicare il meno possibile le loro operazioni, soprattutto quando hanno in oggetto questioni economiche. Basti pensare che da questa stagione sportiva, con lo stadio Olimpico sempre pieno di gente, la società ha smesso di svelare i dati sull’incasso delle partite. Certe informazioni vanno trattate con riservatezza, così come le serrate trattative che hanno condotto verso il dossier dello stadio di Pietralata: i Friedkin sperano già entro la fine del 2022 di ottenere il nulla osta dalla conferenza dei servizi per presentare il progetto definitivo.

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Rosso

Questo non significa che la Roma sia un club risanato. Il bilancio al 30 giugno anzi si è chiuso con perdite a tre cifre. Avendo ereditato (consapevolmente) una situazione pesantissima i Friedkin hanno deciso di avviare un processo lento di stabilizzazione: taglio dei costi, specialmente nel monte ingaggi dei calciatori, e investimenti razionali che valorizzino il patrimonio tecnico della squadra. In questo quadro il patteggiamento con l’Uefa per il fair play finanziario, che è costato già una multa di 5 milioni da detrarre dai premi europei e obbliga la Roma a chiudere in attivo le prossime sessioni di mercato, è stato uno step inevitabile. Ma con l’eventuale ritorno in Champions e l’avviamento dello stadio, la risalita a quota zero perdite sarà un traguardo raggiungibile. 

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