Roma, italiana nell’anima

Della Roma – la Roma squadra, intendo – che insegue la semifinale di Europa League e rappresenta, da sola, il nostro calcio in Europa apprezzo le qualità morali, prim’ancora di quelle tecniche e tattiche. Perché è riuscita a superare le tante difficoltà di campo – e alcune di Fonseca – oltre a un paio di smarrimenti societari, esprimendo una sorprendente solidità. Il momento più complicato è coinciso con la rottura tra il tecnico e Dzeko, episodio che avrebbe potuto destabilizzare il gruppo e azzerare con sconfortante anticipo la stagione. In quella, come in altre occasioni, Pellegrini, Mancini, Spinazzola, Mirante e Cristante – il blocco italiano – hanno saputo indicare ai compagni le priorità e il percorso da seguire per mantenersi in linea di galleggiamento e agevolare l’immediata ripresa.

Il primo a capire su cosa, ma soprattutto su chi puntare, è stato Fonseca che ha investito con convinzione su chi aveva dimostrato di avere la mentalità e le intenzioni giuste: la fiducia garantita a Cristante, ad esempio, arretrato a centrale difensivo per agevolare la – talvolta maledetta – costruzione dal basso, è il risultato di una riflessione in tal senso. Così come la consegna a titolo definitivo della fascia di capitano a Pellegrini, ragazzo particolarmente intelligente e sensibile, esponente peraltro (con Calafiori) di quella romanità che è sempre stata il segno distintivo della squadra.

L’opportunità che questa Roma si è creata, anche con un po’ di fortuna, ad Amsterdam è perciò il frutto di un lavoro faticoso e molteplice che ne ha esaltato coscienza collettiva e impegno; un frutto che potrebbe essere reso ancor più prezioso dalla conquista della semifinale con il Manchester United – in quel caso ricordi, allusioni e desideri di rivincita riempirebbero i prossimi giorni di primavera.

Ma non è serata da distrazioni e pensieri negativi, questa. Rimossi temporaneamente il settimo posto in campionato a sette punti dalla zona Champions, i punti lasciati alle big o presunte tali, la chiusura a fine maggio del rapporto con l’allenatore portoghese e probabilmente anche con Dzeko, la caccia a improbabili tecnici e scommesse straniere. Stasera conta soltanto la partita con l’Ajax che può aprire a un futuro di nuove emozioni e di ambizioni. Stasera l’anima italiana della Roma tanto americana e un po’ portoghese, combinazione originale, può davvero centrare l’impresa. E se Dzeko ci mette finalmente del suo…

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