Roma, istinto e razionalità

Sopravvivere. Questo aveva chiesto José Mourinho alla Roma prima di incrociare il Verona. Sopravvivere fino a metà novembre, fino alla sospensione del campionato. Quando riprenderà a gennaio avrà anche Dybala (Mondiale permettendo), Wijnaldum, il miglior Spinazzola, il miglior Zaniolo che ieri ha chiesto il cambio dopo pochi minuti della ripresa. Ma per rendere possibile questa sopravvivenza, José ieri ha dovuto metterci tanto del suo. A Verona ha vinto con i cambi: per il diciottenne Volpato gol e assist, per il trentaquattrenne Matic (appena recuperato dall’ultimo infortunio) prestazione, traversa e assist, per El Shaarawy tanta corsa e gol a chiudere una gara fino a quel momento assai tormentata. 

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La Roma ha finito a Verona con le sostituzioni alla… Mourinho, un classico soprattutto quando c’è la possibilità concreta (un uomo in più dal 36′ del primo tempo) per rimontare e vincere. Al 95′ in campo c’erano tre centravanti, Abraham, Belotti e Shomurodov, più El Shaarawy terzino sinistro in una difesa a quattro, più Pellegrini rifinitore, più Volpato. Così Mourinho ha vinto una partita che vale doppio per due o tre ragioni: cancella (in parte) la sconfitta col Napoli, dà seguito al successo di Helsinki e si infila precisa alla vigilia di una settimana decisiva che comprende la sfida per l’Europa con il Ludogorets e soprattutto il derby che ora i giallorossi possono aspettare da quarti in classifica, proprio davanti alla Lazio e anche all’Inter, appena scavalcate.

Però mica è semplice sopravvivere se davanti nessuno ti dà una mano. Il Verona ha perso la sua settima partita di fila, ma prima di arrendersi ha fatto il diavolo a quattro sfruttando la difficoltà dei suoi avversari in zona-gol. È vero che anche ieri la Roma è andata a sbattere su pali e traverse (tre volte che fanno un totale di nove in campionato, ora è al comando di questa classifica), ma i primi due legni centrati da Abraham erano in realtà due gol mangiati, solo per fortuna sua e della Roma nella seconda occasione Zaniolo ha ricacciato la palla in rete. Quanto a Belotti è ancora a 0 gol in campionato, non ha giocato molto, ma una volta di questi attaccanti si diceva che avessero le “polveri bagnate”. Soprattutto nel secondo tempo in attacco c’era poco movimento nonostante il Verona avesse deciso di difendere uomo contro uomo. Nessuno dava profondità, nessuno si muoveva per richiamare un passaggio o un lancio: o erano piantati o venivano incontro al portatore di palla. In queste condizioni, è difficile che la Roma possa mettersi a giocare bene (ammesso che a Mou interessi anche lo spettacolo…). Così l’allenatore deve rifarsi alle sue intuizioni e ai giovani. Cristian Volpato, classe 2003, è l’ultimo della serie. È entrato in una partita tesa e nervosa e sembrava un vecchio, del giovane aveva solo la gamba e la faccia tosta, in campo ragionava e si infilava sempre nel posto giusto. Ci si può fare affidamento, Mourinho lo sa da tempo.

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