Roma, il sacrificio di Cristante: il retroscena su come ha giocato contro l'Udinese

Bryan Cristante non è, magari, il giocatore più mediatico della Roma, tantomeno il più social. Ma è uno di cui gli allenatori, da quando è alla Roma, non vogliono mai fare a meno. José Mourinho per primo. Questa sua disponibilità lo ha portato, finora, a giocare 216 partite con la Roma, con una media di quasi 40 gare a stagione. Non dice mai di no, Cristante, arrivato nel 2018 dall’Atalanta come trequartista e finito, anche, a fare il difensore centrale. Domenica, contro l’Udinese, dopo il colpo alla testa sarebbe dovuto uscire, i medici glielo avevano consigliato, ma Bryan ha detto subito: “Io gioco”. E si è preso anche la responsabilità di calciare il rigore nonostante avesse un campo visivo non proprio ottimale. Ma come ha fatto a giocare nonostante la profonda ferita?

Cristante, il retroscena su Roma-Udinese

A Cristante, per il taglio lungo e profondo sotto il sopracciglio sinistro, invece dei punti è stata applicata una speciale colla che gli ha consentito di giocare senza rischi nonostante la palpebra gonfia. Aveva difficoltà visive, ma ha stretto i denti e lo stesso vuole fare giovedì, anche se la palpebra superiore è ancora gonfia e per questo andrà valutato domani, mercoledì e anche giovedì mattina. Quel che è certo è che il centrocampista della Roma non è voluto uscire dal campo, domenica sera, nonostante le sue condizioni non fossero ottimali e nonostante il consiglio dei medici. E questo, agli occhi di Mou, dei compagni e della società, non è passato inosservato.


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