Roma, ecco perché Mourinho ha scelto l’Europa League

La scelta non è di oggi. Mourinho l’ha fatta un mese fa, subito dopo la metà di aprile e in coincidenza con la partita di ritorno (quarto di finale) contro il Feyenoord. Josè, avendo capito di non avere abbastanza giocatori per vedere la Roma competitiva sia in campionato che in coppa e pesando le avversarie da affrontare nel finale di stagione, ha dato la priorità all’Europa League. Senza snobbare la Serie A, cioè evitando di scansarsi come spesso capita a qualche club in primavera, la Roma ha puntato forte sul percorso che l’ha poi portata fino alla finale del 31 maggio a Budapest. Decisione condivisibile anche per preservare alcuni titolari che si sono fermati sul più bello e qualcuno che – basta pensare a Dybala finito in tribuna nel match contro la Salernitana – non è ancora tornato a disposizione. 

Festa Roma, i giocatori fanno il giro di campo all'Olimpico prima della Salernitana

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Festa Roma, i giocatori fanno il giro di campo all’Olimpico prima della Salernitana

Differenza tra Serie A e Europa League

La classifica dell’ultime 6 giornate è inequivocabile: solo 4 punti in 6 partite. Andamento lento, da zona retrocessione. L’ultimo successo è lontanissimo: 3-0 contro l’Udinese il 16 aprile all’Olimpico. Appena 4 pareggi, i due in casa contro il Milan e la Salernitana e i due in trasferta contro il Monza e il Bologna. il dato più significativo è la fragilità difensiva – errori inclusi – mostrata in campionato: solo al Dall’Ara i giallorossi (21 clean sheet in questa stagione e 43 da quando c’è Mou) non hanno incassato reti. Proprio il contrario di quanto è successo in Europa League dove la solidità del sistema di gioco è il vero pregio della squadra: solo tre gol subiti nelle otto partite ad eliminazione diretta.

Europa League nel mirino di Mourinho

«Senza coppa saremmo finiti al secondo o al terzo posto» ha chiarito recentemente Mourinho. Che, invece, si è tenuto stretto l’Europa League e l’ha messa nel mirino proprio come accadde l’anno scorso con la Conference. Cosi da qualche match sta organizzando la rotazione ideale per avere al meglio i suoi calciatori nella finale di Budapest. Josè sta attentissimo al minutaggio, evitando di insistere su quei titolari che mostrano di essere stanchissimi e in qualche caso in condizioni fisiche non ottimali. Oltre a Dybala, al quale come abbiamo detto sopra ha evitato pure la panchina (Mou, del resto, non è ottimista), ecco che ha escluso dalla formazione iniziale Mancini, Matic, Pellegrini, Cristante e Abraham. Solo il difensore non è stato utilizzato nella ripresa: meglio tenerlo a riposo perché frenato da un lieve fastidio muscolare. Ha invece dato spazio – e per l’intera partita – a Smalling, rientrato a Leverkusen a fine ripresa, insistito su Wijnaldum – anche lui impegnato nel post convalescenza -, lasciandolo in campo per poco più di un’ora. E si è rivisto – al posto di Ibañez dopo l’intervallo – pure Llorente che sta meglio del previsto e che lavora per essere titolare alla Puskas Arena contro il Siviglia. 

Mourinho e i giocatori lasciano Trigoria, tifosi in delirio verso l’Olimpico

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