Roma, Cristante stavolta è più che indispensabile

INVIATO A SALERNO – Ci sono i Meravigliosi, quei quattro che con il pallone tra i piedi possono accendere o spegnere la luce di una partita secondo i loro gusti. E poi ci sono gli Indispensabili, che completano l’impalcatura sostenendo il palazzo della fantasia. Bryan Cristante, come l’ultimo arrivato Matic, appartiene alla seconda categoria di calciatori, che di solito rappresentano i riferimenti prediletti per un allenatore. In questo caso però Cristante è andato persino oltre ai compiti richiesti. Senza di lui probabilmente la Roma non avrebbe vinto perché quel sinistro improvviso, quasi da fermo, ha concesso a Mourinho di gestire un risultato che, in altri modi, non si stava concretizzando. Almeno nel primo tempo.

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Cristante leader

Non segnava dal 13 febbraio, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, quando era entrato dalla panchina e aveva evitato la sconfitta a tempo scaduto con un colpo di testa. Stavolta ha cominciato la partita e, con una sassata di piede, ha guidato la squadra verso la meta. Aggiungendo al gol una performance di grande sostanza: tra tutti i giocatori in campo è stato quello che ha toccato più pallioni (74), che ha contrastato di più (5 volte) e che ha recuperato più possesso (10). A dire il vero ha anche rischiato qualcosa di troppo in uscita ma nel complesso ha dimostrato la consueta affidabilità. Se la Roma concede pochissimo agli avversari – e non da ieri – è anche merito del totem piazzato davanti alla difesa. A Salerno è stato Cristante, in futuro lo sarà anche Matic. In ogni caso con due opzioni invece di una (arricchimento enorme rispetto a pochi mesi fa) Mourinho potrà dormire sonni tranquilli.

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Cristante perfetto Mourinho

Cristante è il miliziano perfetto di Mou, sia anatomicamente che caratterialmente. Come lo è Gianluca Mancini, tra i migliori in questo caldo debutto di Ferragosto. La sua partita è stata efficace e pulita, non solo nelle marcature e nelle chiusure ma anche nella costruzione del gioco. È lui a commentare la vittoria negli spogliatoi. «La prima di campionato è sempre insidiosa – osserva – Abbiamo retto bene il campo. Ci sono mancati i due gol in più che meritavamo. Non abbiamo rischiato, anche se quando non chiudi le partite qualche pericolo lo corri. Comunque siamo stati bravi a difenderci. Speriamo nelle prossime partite di segnare di più per arrivare alla fine più sereni».

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Roma, gli obiettivi

È una Roma ambiziosa, nonostante i comprensibili tentativi di Mourinho di tenere basse le aspettative: «La Conference League ci ha dato la consapevolezza che vincere aiuta a vincere. Ci ha dato la cattiveria e l’agonismo che servono per conquistare i risultati anche nelle situazioni più ruvide. Noi giochiamo partita dopo partita, sapendo che ci saranno salite e discese. Il percorso sarà tortuoso, ma la rosa è ampia e con giocatori forti. Ce la giocheremo». Mancini non teme la concorrenza. Se dal mercato dovesse arrivare un altro difensore centrale anzi sarebbe ancora più felice: «Una squadra che punta a vincere deve avere un gruppo composto da tanti bravi calciatori, inoltre la competizione interna aiuta. In allenamento e in partita. Non faccio io il mercato, però se dovesse arrivare il difensore andrebbe bene». Meglio non porsi limiti.

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