Roma, bufera su Tor di Valle: scontro Raggi-Eurnova

Bufera su Tor di Valle. La Raggi minaccia di fare querela a Eurnova, che ribatte con una lettera al veleno. L’opposizione attacca la Raggi e anche ieri in un Consiglio comunale infuocato la delibera sulla revoca del pubblico interesse non è stata messa al voto. Anche alcuni consiglieri della maggioranza sono critici per l’uscita della sindaca. Ma andiamo per ordine.

La Sindaca dalla parte dei Friedkin: “Scriviamo un nuovo capitolo”

La turbolenta giornata è cominciata con le dichiarazioni della Raggi: “Voglio che lo stadio della Roma si faccia, lo chiedono città, tifosi e società. In questo momento è fondamentale chiudere il progetto Tor di Valle al quale siamo vincolati. La Roma non vuole il progetto Tor di Valle ed Eurnova non ha presentato alcuni documenti, bisogna girare pagina. Ho parlato con Friedkin ed è interessato a una nuova visione. Io con la giunta ho approvato questa revoca, ma c’è un problema: Eurnova ha fatto una serie di pressioni, ha inviato lettere, dicendo che in caso di revoca i consiglieri dovrebbero pagare di tasca loro i danni per la mancata realizzazione. I nostri avvocati hanno detto che non è così e ho fatto preparare una querela. Per quanto riguarda i tempi bisogna chiedere al presidente dell’aula. Al momento è inserita nell’ordine dei lavori ma è il presidente dell’aula che deve chiamarla“. La Roma è stata chiara: o entro pochi mesi si lavora per il nuovo stadio, oppure non se ne fa più niente. La sindaca è dalla parte dei Friedkin: “Direi che ha ragione, coglierei la palla al balzo e visto che la stessa Eurnova non ha presentato i documenti necessari, chiudiamo quel capitolo e scriviamone un altro insieme nuovo“.

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Stadio Tor di Valle, arriva la replica di Eurnova

Nel pomeriggio è arrivata la replica di Eurnova, che ha replicato punto su punto alle affermazioni della Raggi. Ha ricordato che la responsabilità amministrativa dei singoli consiglieri è sancita dalla Corte dei Conti. La causa risarcitoria ammonterebbe a 100 milioni. Eurnova ha ribadito che la revoca del pubblico interesse avrebbe scaturito un’azione legale, perché l’aver cambiato linea ha provocato un danno economico. E non può essere considerata “intimidatoria” l’aver ricordato ai consiglieri che la giurisprudenza gli attribuisce responsabilità amministrative e patrimoniali. La Raggi con la sua azione avrebbe ostacolato il diritto costituzionale di tutelare i propri interessi nelle sedi legali. L’azione risarcitoria verrà portata avanti nei confronti del Comune e della Roma. Eurnova infine smentisce di non aver ottemperato alle richieste di documenti da parte del Campidoglio e la lettera conclude in questo modo: “Ci consenta di indignarci, quali imprenditori e cittadini romani, per il totale asservimento degli interessi della collettività a quelli di una società privata, quale è la A.S.Roma“. Insomma, una brutta storia che finirà in tribunale, con la conferma dell’immobilismo di questa Amministrazione, con una maggioranza che non riesce più a compattarsi e che rischia di esporre la sindaca a una brutta figura come per i rifiuti.

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