Roma, Alessio Riccardi e un gol per rinascere: da Totti e Rugani… alla Primavera

ROMA – Dal “nuovo Totti” a fuori quota nella Primavera. Ma decisivo. È la strana storia di Alessio Riccardi, ventenne centrocampista della Roma, esubero e adesso utile alla squadra di Alberto De Rossi “saccheggiata” ogni settimana da Mourinho. Riccardi dai primi passi nelle giovanili di Trigoria era sempre stato definito come un astro nascente del calcio romano, anzi, italiano. La stagione 2018-2019 è stata da sogno per lui: le ottime prestazioni con la maglia giallorossa e con quella delle varie Under della Nazionale, il rinnovo di contratto al 2023 con aumento dello stipendio e addirittura l’esordio ormai quasi quattro anni fa con la prima squadra in un Roma-Virtus Entella di Coppa Italia. Poi tredici panchine con Di Francesco, un paio con Fonseca e in mezzo una finestra di mercato vissuta da protagonista. Perché la Juventus e la Roma nell’estate del 2019 stavano programmando uno scambio – in stile Spinazzola-Pellegrini (Luca) – tra Rugani e Riccardi. Trattativa poi sfumata. Cosa l’ha bloccata? Tra i motivi soprattutto l’insurrezione popolare. “Riccardi è il nostro futuro, non si tocca! Non può andare alla Juventus, è il nuovo Totti”. Tra social e radio romane la protesta dei tifosi per la possibile cessione del “nuovo Totti” al club rivale. 

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Lo stesso Riccardi nei giorni in cui si intesifivano le voci dello scambio postava sui social foto con la maglia giallorossa, cuori e tanti richiami al suo desiderio di restare a Trigoria. E così è stato. Solo che per lui non è andata bene. Qualche panchina con Fonseca come detto, ma niente di più. Così la Roma e Riccardi nell’estate del 2020 decidono che sia giunta l’ora di andare a fare esperienza. Dove? In prestito al Pescara, in Serie B. “Giocherà e si farà le ossa per poi tornare in A da grande prospetto”, si diceva. E invece con gli abruzzesi Alessio ha collezionato soltanto 211 minuti. Difficile giocare tanto in una squadra che ha lottato punto a punto per la salvezza e che alla fine è retrocessa. Ma le colpe devono sempre esser divise e probabilmente il suo processo di crescita non è sempre stato così continuo. Arriviamo alla scorsa estate, quando qualche club si è affacciato alla finestra ma senza affondare il colpo.

La colpa? Proprio del rinnovo che aveva firmato qualche anno prima con la Roma e uno stipendio troppo alto e non alla portata dei club interessati. Così Riccardi è rimasto alla Roma, da esubero come i vari Pastore, Nzonzi, Fazio e Santon. Dalla sua Alessio ha l’età. Ha ancora soltanto vent’anni, e piuttosto che lasciarlo allenare da solo la Roma ha deciso di spedirlo nuovamente in Primavera, come fuori quota. Aspettando naturalmente gennaio. E lui si è rimesso in gioco, lavorando tanto e bene, grazie anche ad Alberto De Rossi che qualche anno prima lo aveva valorizzato nel migliore dei modi. Domenica ha deciso la partita contro l’Inter realizzando un calcio di rigore, ma sta aiutando anche il gruppo a crescere e a sopperire alle assenze di alcuni elementi chiave che sono saliti in prima squadra. Continuerà ad allenarsi e a giocare con la Primavera aspettando il mercato di gennaio per trovare un’altra squadra e riscattarsi dopo qualche stagione davvero complicata. 

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