Rivoluzione Fifa, cambiano le regole anche per gli agenti: è polemica

ROMA – Quando il suo impero stava crollando nella primavera del 2015 sotto i colpi dell’inchiesta dell’FBI, Sepp Blatter, fresco di rielezione, ne aveva appena combinata un’altra delle sue. La penultima in ordine di tempo, perché l’atto finale fu trascinare nel fango anche il suo grande sfidante, Michel Platini. Parliamo della deregulation in materia di calciomercato, la decisione con la quale il governo mondiale del calcio abolì la figura dell’agente Fifa, riconosciuta e abilitata a livello internazionale, lasciando a ciascuna federazione ampia discrezionalità su come organizzarsi. I più severi, tipo i francesi, introdussero da subito lo scoglio dell’esame. L’Italia optò invece per la creazione di un elenco nel quale ci si poteva iscrivere autocertificando la propria buona condotta e versando l’obolo di 500 euro (entrò praticamente chiunque), salvo poi ravvedersi qualche anno dopo con l’introduzione di un esame gestito dal Coni. Otto anni dopo, durante i quali si è concentrata su altre “emergenze” come intasare il calendario internazionale con nuovi format, la Fifa fa marcia indietro. Dall’1 ottobre entrerà in vigore il nuovo regolamento per gli agenti che fondamentalmente ruota intorno a due principi: reintroduce l’esame e fissa un tetto alle commissioni. Con almeno un paio di limiti che sembrano abbastanza evidenti: nel merito, perché il regolamento disciplina solo i trasferimenti internazionali e non i mercati domestici; nel metodo, perché al testo si è arrivati senza un adeguato confronto con le associazioni di categoria che, infatti, si sono mosse con ricorsi nei principali tribunali europei. 

A chi si applica

Il regolamento vale per le operazioni internazionali ma la Fifa chiede alle singole federazioni, dal 30 settembre, di recepire la normativa e stilare un proprio testo che tenga conto anche delle specificità degli ordinamenti locali. Per sostenere l’esame Fifa bisogna dimostrare di avere una fedina penale praticamente immacolata, non aver mai rimediato una squalifica sportiva di due anni o più, non aver mai dichiarato bancarotta. Superato l’esame, bisogna rinnovare l’iscrizione ogni anno ed essere in regola con l’aggiornamento professionale.

Mandati

Il rapporto fra agente e cliente (calciatore o club) deve essere regolato da un mandato scritto, che non può avere una validità superiore ai due anni. C’è una stretta in materia di conflitto di interessi: non è possibile rappresentare più di una parte all’interno di una trattativa, con la sola eccezione rappresentata dal mandato contemporaneo per club che ingaggia e giocatore, un’eccezione che già alimenta polemiche. Non sarà possibile avere il mandato del calciatore e del club che vende o un mandato per entrambe le società coinvolte nell’affare. Questi divieti valgono anche per gli agenti “connessi”, soci o dipendenti della medesima agenzia.

Minori

Come il regolamento Fifa sullo status dei calciatori, il nuovo testo sul calciomercato internazionale ha l’ambizione di tutelare i vivai e i giovani calciatori. Sulla carta proibisce ogni tipo di contatto con i minorenni, fino a quando (sei mesi prima) il ragazzo sta per raggiungere l’età minima per firmare il primo contratto da professionista. In Italia quella soglia è di 16 anni. Va detto che in realtà i minorenni possono muoversi a livello internazionale solo se cittadini dell’Unione Europea e verso un altro Stato membro; se minori al seguito di genitori che espatriano per motivi di lavoro; se frontalieri che vivono a 50 km dal confine e vanno a giocare entro 50 km al di là del “muro”. Basterà un testo a impedire che operatori senza scrupoli acquistino le procure pagando le famiglie dei più giovani? A occhio, no. Come finora non sono bastati i regolamenti sullo status dei calciatori a impedire che soggetti terzi fossero di fatto proprietari dei cartellini (TPO, third-party ownership) o che finanziassero certi trasferimenti di mercato (TPI, third-party influence) scommettendo su transazioni future . Per casi simili , come spiegato in un report sul tema diffuso dalla Fifa a dicembre 2021, le sanzioni v anno da 10 mila 191 mila euro, praticamente una carezza. 

Commissioni

L’agente che ha il mandato del calciatore può chiedere al massimo il 3% (per stipendi sopra i 200 mila dollari l’anno) di commissioni al suo assistito; stessa aliquota per chi ha il mandato del club che acquista ( s i applica sempre sullo stipendio del calciatore ) . La “combo” calciatore-acquirente (l’unica possibile) fa salire il compenso al 6%. Quando si rappresenta il club che vende, invece, il tetto è il 10% del prezzo pattuito per il cartellino. Facciamo un esempio. Con questi parametri, rappresentare con un doppio mandato Messi e il Psg che lo ingaggia a 38 milioni di euro netti a stagione frutterebbe una commissione di 2.280.000 euro. Aiutare l’Ajax a piazzare Antony allo United per 95 milioni di euro, invece, legittimerebbe una parcella da 9,5 milioni di euro. Conviene restare amici dei presidenti più che dei calciatori… 

Napoli: l'agente di Mario Rui contro Spalletti

Guarda il video

Napoli: l’agente di Mario Rui contro Spalletti


Acquista ora il tuo biglietto! Vivi la partita direttamente allo stadio.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Precedente Nuove regole Fifa, l’intervista: “Così gli agenti diventeranno broker” Successivo Supercoppa con final four: tutti i segreti del nuovo torneo in Arabia