Rinnovi, prestiti e… almeno tre acquisti: l’agenda bollente di Gazidis

Sul tavolo dell’a.d. rossonero a breve passerà il Milan della prossima stagione. Gigio e Calha: ancora nessuna novità

Fra i vari profili che escono a testa alta da questo finale di campionato, inducendo anche i tifosi più scettici a cambiare idea sul suo conto, c’è ovviamente Ivan Gazidis. L’ingresso in Champions in fondo è qualcosa di molto democratico, perché nobilita trasversalmente il lavoro di tutti: dalla proprietà all’ultimo degli apprendisti a Milanello. L’a.d. rossonero, che il più delle volte veniva etichettato come un semplice direttore commerciale, si prende in qualche modo la sua rivincita perché ha gestito il timone del Milan conducendolo in un porto dove sarà pagato svariate decine di milioni. Che poi, rivincita non è la parola esatta. Gazidis, come Pioli, non ha mai fatto troppo caso alle voci sul suo conto, completamente concentrato sulla missione aziendale: mantenere il club in equilibrio finanziario, renderlo autosostenibile e ottenere risultati sportivi. L’ordine di questi elementi non è casuale: corrisponde alle priorità disposte dalla casa madre, il Fondo Elliott, di cui il manager nato in Sud Africa (ma a tutti gli effetti inglese) è rappresentante in via Aldo Rossi. Ecco, Gazidis è riuscito a stravolgere il cronoprogramma, consegnando un piazzamento da (almeno) 50 milioni di euro in tempi più brevi rispetto a quanto la proprietà avesse preventivato.

Progetto

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L’a.d. ha affidato i primi pensieri a caldo ai social del club: “Siamo molto soddisfatti per aver raggiunto un importante primo risultato per il nostro club – riporta il profilo Twitter del Milan –. E’ solo l’inizio di un percorso ambizioso e dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme, con la stessa determinazione e con l’obiettivo di rendere orgogliosi i nostri meravigliosi e appassionati tifosi, che ci hanno sempre sostenuto anche nei momenti più difficili”. Parole di circostanza? Lo sembravano anche quando parlava di un progetto da sviluppare negli anni e tutti attendevano semplicemente il momento in cui Elliott si sarebbe liberato del club. Quelle parole invece si sono trasformate in fatti, così come in fatti dovrà trasformarsi un’estate in cui il Milan avrà l’obbligo non soltanto di mantenere lo status quo, ma di impreziosirlo. Perché un conto è giocare la prima partita europea con lo Shamrock, un altro è debuttare magari a Monaco, Manchester e Madrid.

Prima dell’Europeo

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L’agenda dell’a.d. in queste, e nelle prossime settimane, è fitta. Il primo faldone riguarda ovviamente Donnarumma. Ora che tutto è compiuto, che la Champions è tornata a Milanello, occorrerà in qualche modo risolvere la situazione. Nel bene o nel male. Va detto chiaramente: ora come ora non ci sono i presupposti per dire che la situazione è migliorata. Il Milan in Champions non è sufficiente. O quanto meno, non lo è agli occhi di Raiola, la cui richiesta è arrivata ben prima di sapere come il Diavolo avrebbe concluso il campionato. Le parti si riaggiorneranno a breve, perché nessuno vuole andare oltre l’inizio dell’Europeo, ma al momento non ci sono segnali per immaginare un lieto fine. L’opzione Juve resta dietro l’angolo e le parole di Maldini dopo il fischio finale del Gewiss Stadium non sono state molto confortanti. A domanda diretta, il d.t. è apparso un po’ imbarazzato, ha mormorato “ci sarà tempo, anche se non troppo” e poi si è protetto dietro il classico “non è questo il momento di parlarne”. Insomma, se bollisse qualcosa di interessante in pentola, avrebbe risposto diversamente e soprattutto mostrato un’altra espressione. La soluzione peraltro è già pronta con Maignan, che ha concluso una grande stagione con il Lilla dei miracoli. Per quanto riguarda gli altri rinnovi, nessuna novità nemmeno per Calhanoglu, che ha ricchissime sirene dal Qatar e chiede una cifra superiore al tetto salariale previsto da Elliott. Anche in questo caso ci sarà un nuovo incontro, ma l’interesse rossonero su De Paul lascia immaginare come il Milan metta nel conto l’idea di restare senza l’attuale numero 10.

Verso il 2022

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Dopo di che, Gazidis dovrà vagliare assieme ai Singer i giocatori in scadenza nel 2o22. Nomi pesanti. Il più pesante è Kessie e sotto questo aspetto nulla fa presagire qualcosa di diverso da una fumata bianca. Lo stesso vale per Calabria. Differente invece il discorso di Romagnoli. Dal club filtra l’intenzione di tenerlo, perché con la Champions occorre una batteria di centrali difensivi di livello. Il capitano (a proposito, lo sarà ancora?) potrebbe quindi essere portato a scadenza anche perché i margini per un rinnovo, visti gli attuali 3,5 milioni netti di stipendio l’anno, sono decisamente esigui. E, a proposito di rinnovi, c’è di mezzo anche Pioli. Chiaramente la sua situazione non è al momento una priorità, ma iniziare la prossima stagione con un allenatore che ha portato la squadra in Champions e va a scadenza, non sarebbe il massimo. Dopo di che, dalla scrivania di Gazidis passeranno i prestiti. Dal Milan in realtà dipendono soltanto quelli di Tonali (riscatto sicuro) e di Tomori, per il quale il club è orientato a spendere la cifra chiesta dal Chelsea (28 milioni). Per quanto riguarda Diaz, il Diavolo proverà a rinnovare il prestito col Real. Ancora da valutare invece la situazione di Dalot. Il mercato in entrata? Occorre alzare l’asticella della qualità. Servono un terzino sinistro, un esterno destro alto e un altro centravanti. Messi insieme sono tanti milioni: è qui che la scrivania e l’agenda di Gazidis diventeranno davvero bollenti.

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