Rinascita Rabiot: Adrien ora ha convinto anche Deschamps

La gara contro il Portogallo ha dimostrato che la Francia non può fare a meno del centrocampista della Juve: “Ora è un altro giocatore”, ha detto il c.t.. E in patria lo celebrano

Non ne può più fare a meno, la Francia. E dire che per due anni, Adrien Rabiot è rimasto fuori dalle convocazioni di Deschamps proprio per aver voltato le spalle alla nazionale quando alla vigilia del Mondiale, poi vinto in Russia, disse di no a un ruolo da riservista. Ma il c.t. non ha più dubbi: “E’ un altro giocatore, guardiamo al futuro”. Con fiducia, verrebbe da aggiungere, viste le prestazioni garantite dal bianconero che spiega: “Mi ha fatto bene andare alla Juve”.

Futuro

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Che sia diventato un titolare indiscutibile anche in Bleu, Rabiot l’ha certificato sabato in Portogallo, gestendo con intensità, efficienza e la tipica eleganza una partita ad alto tasso di difficoltà, contro i campioni d’Europa in carica del collega di club Ronaldo. Il centrocampista, che con uno dei suoi tre tiri ha innescato il gol vittoria di Kanté (0-1), ha raccolto solo elogi e voti alti. Come il 7 (il nostro 8, ndr) dell’Equipe che oggi gli dedica due pagine e parla di “Rabiot del futuro”. Un Rabiot che ha raccolto pienamente l’eredità di Matuidi, pensionatosi in Florida, ma che si realizza in una posizione anche più offensiva, pure rispetto alla Juve, senza per questo sottrarsi ad un intenso lavoro di copertura, e senza precludersi un dialogo proficuo con Pogba e Griezmann. Assicurando così una mole di gioco ormai vitale alla Francia.

Meriti

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Merito di Deschamps che ha messo da parte le incomprensioni del 2018, convocandolo dopo due anni il mese scorso, e che ne ha subito sfruttato il potenziale, facendone un titolare. Ma il c.t. è andato sul sicuro: “Adrien è evoluto, magari non si è trasformato ma non è più lo stesso. Abbiamo parlato, ho fiducia in lui. Ormai è un giocatore completo, è un altro giocatore. Non è un caso se si è affermato in un grande club come la Juventus”. Lo conferma l’ex parigino: “Il fatto di aver cambiato ambiente, squadra, Paese, fa crescere. Ed è stato molto benefico approfondire l’aspetto tattico in Italia: mi sento molto meglio”. Insomma, merci Rabiot, ma anche merci Juventus.

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