Rimpianto napoletano

Cosa si può rimproverare al Napoli che ha dato tutto, ma proprio tutto, per realizzare l’impresa? A un Napoli che ha giocato meglio del Milan tanto a San Siro quanto al Maradona, ma che ora è condannato al muro del rimpianto. C’è il Diavolo, ripeteva mio nonno quando, nonostante tutti gli sforzi possibili, una cosa non gli riusciva. C’era il Diavolo, ieri sera a Napoli, in tutte le sue vesti. Perché al Napoli non sono bastati un gioco superiore, una gran voglia di aggredire e fare, sedici angoli e una quindicina di conclusioni per portare a casa la vittoria. C’era il Diavolo, il Diavolo che è nei dettagli, ma anche nell’ultimo gradino delle scale, quello che non esiste. L’ha scritto il Diavolo, proprio lui, su twitter tanto tempo fa. Nel caso del Napoli, il gradino era al terz’ultimo passaggio della Champions e aveva le sembianze di Rafa Leao.

Napoli eliminato, Kvaratskhelia si dispera e piange in campo

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Schema Leao

Lo “schema Leao” è stato nuovamente vincente. Non può essere inserito nel manuale di Coverciano perché non può prescindere dalla presenza fattiva del portoghese. Che nell’occasione ha recuperato il pallone (errore grave di Ndombele) e, superando in velocità non uno e nemmeno due, bensì tre avversari, che sembravano quasi rispettosi della diabolica progressione, ha raggiunto il fondo e servito Giroud libero a centro area. Il gol, uno scherzo. Si chiama schema Leao e se ti sei votato a una partita di contropiede è come se possedessi un’arma impropria. Il Napoli ha giocato meglio, dicevo, e creato di più, non è bastato. La praticità ha avuto ancora una volta ragione sulla bellezza, una bellezza improduttiva, cui va aggiunto il rigore solare non concesso da Marciniak per il fallo di Leao su Lozano sullo 0-0 che ha molta importanza. Ancora una volta il risultato ha battuto il gioco.

Destini opposti

Complimenti a Pioli che ha fatto quello che doveva rispettando la forza dell’avversario, lasciandogli la gestione del pallone e ottenendo dai suoi una prestazione difensiva di altissimo livello: abbiamo visto più volte marcature doppie e anche triple su Kvara e Osimhen, una chiusura degli spazi di straordinaria efficacia. Il Milan va così avanti con il suo Leao e il suo Osimhen, il miracoloso Maignan; il Napoli e Napoli adesso non devono fare altro che presentarsi nel modo migliore all’appuntamento con uno scudetto realmente storico. La squadra di Spalletti ha disputato una grande, ancorché sorprendente, Champions, dal girone ai quarti. L’anno scorso a Parigi chiesero ad Ancelotti con la coppa in mano come fosse riuscito a battere il Liverpool: «Il centravanti ha segnato e il portiere ha parato», fu la sua risposta. Davanti a una domanda simile Pioli potrebbe risolverla così: «Leao ha fatto Leao e Maignan ha parato». E il Diavolo ha fatto pentole e anche i coperchi. PS. Ancelotti il gestore della pompa di trionfi ha vinto anche a Stamford Bridge. In casa di quelli che hanno speso centinaia di milioni anche a gennaio per rimediare una serie di figure di merda senza precedenti. Il calcio è di chi lo sa fare.

Spalletti: “Pubblico commovente”

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