Ricerca del gioco, dna Juve: l’inizio di una nuova era delle giovanili inizia dai tecnici

Brambilla porta all’Under 23 l’esperienza nella formazione dei talenti, il calcio propositivo e il raccordo con la prima squadra vissuti all’Atalanta. Montero con la Primavera è chiamato a declinare lo stile del club sulle sue idee fatte di possesso palla, approccio offensivo e mentalità

È l’inizio di una nuova era anche nel settore giovanile della Juventus. Il cambio di guardia sulle panchine dell’Under 23, dell’Under 19 e dell’Under 17 alza un vento di novità, che azzera completamente le scelte della precedente gestione Paratici e indirizza un percorso tecnico fresco ma basato su vecchie tradizioni.

Dopo i saluti di Zauli (che ha ottenuto il record di punti in Serie C con la seconda squadra), di Bonatti (che ha portato la Primavera fino alla Final four di Youth League) e di Pedone (che è stato fondamentale nel passaggio in Under 17 di tanti giovani talenti), si passa a un volto nuovo come Brambilla (proveniente dalla Primavera dell’Atalanta) per la seconda squadra e a una vecchia gloria come Montero per la Primavera. Non trovano invece riscontro le voci su Padoin alla guida dell’Under 17: sarà ancora un collaboratore di Allegri in prima squadra.

UNDER 23

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L’identikit di Massimo Brambilla è stato ritenuto ideale per guidare l’Under 23. Il tecnico arriva da anni importanti alla Dea, durante i quali ha consentito a tanti giovani di vivere senza grosse difficoltà il passaggio (difficile, e assolutamente non scontato) verso la prima squadra. C’è un aspetto che prima di altri ha caratterizzato il suo percorso da allenatore: l’ormai ex atalantino (manca solo l’ufficialità) non ha mai vissuto il settore giovanile come un passaggio per raggiungere il calcio dei grandi, aspetto non banale che ha consentito a lui e al club orobico di ottenere risultati preziosi sul medio-lungo periodo.

L’Atalanta Primavera di Brambilla ha sfornato decine di protagonisti futuri del calcio italiano – per citarne alcuni: Barrow, Traore, Okoli, Kulusevski, Carnesecchi, Piccoli Zortea e ancora Scalvini e Cambiaghi – proponendosi con un 3-5-2 ma più in generale esprimendo un buon calcio, attento in fase difensiva e piacevole in avanti col possesso della palla. Il tecnico in questi anni ha saputo adeguarsi alle esigenze della prima squadra, tanto da perdere in corsa – senza farne un dramma – elementi di primaria importanza per gli equilibri della squadra. Sembra avere tutte le carte in regola per il lavoro che lo attende a supporto di Allegri, insomma.

UNDER 19

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Valorizzazione del gioco, ma anche tanto dna juventino, per il prossimo gruppo Primavera affidato a Montero. L’ex difensore è pronto per un nuovo capitolo della sua vita in bianconero, dopo aver trascorso nove anni da calciatore sotto la Mole tra il 1996 e il 2005. Le sue esperienze da coach hanno già messo in risalto una certa abilità nel saper trasmettere ai giovani la giusta mentalità, un aspetto che sarà fondamentale per una squadra che vorrebbe ripetersi in Europa nel percorso fatto in Youth League nella passata stagione. Anche qui la percentuale alta del possesso palla è un marchio di fabbrica, il Montero allenatore predilige il gioco offensivo e particolarmente brillante. Di talento a Vinovo ne troverà molto, dovrà perfezionarlo e mentalizzarlo al passaggio tra gli adulti: e chi meglio di lui, per garantire a questo processo di crescita uno stile Juve originale. Per questo il club affiderà nelle sue mani tutto l’oro del futuro, certo che saprà farlo luccicare come da tradizione. E, a proposito di tradizione, sarà uno dei più attesi il 3 agosto prossimo a Villar Perosa, nella classica amichevole in famiglia tra la Juve prima squadra e Primavera. Ne ha vissute tante sul campo, vivrà la prima da allenatore.

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