Ricci leader del Toro per prendersi l’Italia e non lasciarla più

La speranza di partecipare all’Europeo è durata due settimane, quelle intercorse tra le preconvocazioni di Luciano Spalletti e le scelte definitive rese note il 6 giugno. Nei trenta c’era, nei ventisei no. Visto come è andata, non è un azzardo sostenere che uno spazio per Samuele Ricci avrebbe dovuto esserci, ma con il senno di poi è troppo facile. E, in ogni caso, non sono questi i discorsi che interessano il centrocampista del Toro, proiettato semmai in avanti: ovvero, verso l’annata che dovrà rappresentare la definitiva consacrazione dopo gli alti e bassi di quella passata. Intendiamoci, Ricci ha dato il suo apporto e anche di più, però, per sua stessa ammissione, in qualcosa è mancato. Lo ha ammesso durante il ritiro di Pinzolo: «Chiedo a me stesso di crescere in quanto a leadership in campo, di prendermi le responsabilità che non ho pienamente assunto nello scorso campionato. Cerco un miglioramento, sono qui per alzare l’asticella. Mi sento ancora all’inizio della carriera e so di dover migliorare sotto tanti aspetti. Non sono arrivato a nessun punto, semmai mi sento a un punto di partenza».

Ricci domani compirà 23 anni, l’età giusta per la svolta definitiva. I segnali che ha inviato in questa primissima parte di stagione sono molto incoraggianti. Si è calato bene nelle conoscenze che Vanoli sta trasmettendo alla squadra, interpretando il ruolo di play basso con disinvoltura ed efficacia. Come per quasi tutti i granata, è cambiato molto, moltissimo, rispetto ai tre anni con Juric. Nel caso specifico, il croato puntava con continuità sui lanci lunghi di Milinkovic Savic per avviare la manovra offensiva, di fatto saltando spesso il centrocampo. Vanoli ha una concezione diversa per non dire opposta e la palla arriva tra i piedi di Ricci, Ilic e Linetty molto prima e la loro distribuzione, anche in orizzontale fino a quando non si crea lo spazio per la verticalizzazione, deve essere costante. Allo stesso modo, fondamentali sono gli inserimenti, soprattutto dell’italiano e del serbo, entrambi dotati di una buona capacità di conclusione dalla distanza. Per la verità, anche Juric aveva più volte sottolineato l’esigenza di trovare i gol dei centrocampisti, senza però riuscire a ottenere la risposta sperata per una squadra che faticava tantissimo a segnare. Ma è anche vero che è capitato, nella scorsa stagione, di percepure segnali di stanchezza da parte di un gruppo consapevole della conclusione di un ciclo.

Leader del Toro, protagonista con la maglia granata per riuscire dunque a ritrovare quella azzurra, finora soltanto accarezzata: prima con due apparizioni nel 2022 e poi con la presenza nell’elenco iniziale per la Germania. Adesso, all’orizzonte, ci sono due impegni importantissimi per l’Italia entrambi per la Nations League: il 6 settembre al Parco dei Principi di Parigi contro la Francia e tre giorni più tardi alla Bozsik Arena di Budapest contro Israele. Spalletti ha bisogno di ripartire nel migliore dei modi dopo il grande flop di giugno e nella rivoluzione che inevitabilmente dovrà applicare è molto probabile che ci sarà anche il nome di Ricci. Stavolta in maniera definitiva.

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