Ricci, il talento dell’Empoli che studia da campione. In campo e sui libri

Il centrocampista è uno dei giovani più interessanti della A, tra i protagonisti della vittoria contro la Juventus. Iscritto a Economia, ha dato 3 esami

Un paio di numeri per inquadrarlo. Tanto gli “garbano”. Il primo è tre, come gli esami già dati all’università e i punti strappati all’Allianz contro la Juve. Impresa da cartolina, inaspettata e tosta, soprattutto se ti chiami Empoli, vieni dalla B e hai una rosa di speranze. Una di queste è Samuele Ricci, vent’anni, golden boy del Castellani che studia Economia alla Luiss. Così legato a una futura laurea che pur di andar bene ripassa sul pullman, sottolinea i libri a notte fonda, per poi strappare applausi nel weekend. L’anno scorso parecchi: 33 partite e due gol in serie B, pupillo di Dionisi fin dal giorno uno. Alla voce “fedelissimo” c’è il volto pulito di un ragazzo d’oro, interessante anche al fantacalcio. A proposito: per chi gioca con le conferme va tenuto d’occhio. Un paio di milioncini per assicurarsi il futuro, perché chi lo conosce non ha dubbi. “Ricci giocherà in A per diversi anni”.

Richiesto

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Vanto del settore giovanile dell’Empoli e del presidente Fabrizio Corsi, che a gennaio scorso ha detto no a diverse offerte. L’ultima del Verona. “Ricci resta qui, guardate altrove”. Il concetto è questo. Recapitato a più club nel corso del tempo: Fiorentina, Milan, Napoli, perfino il Lipsia di Ralf Rangnick e il Borussia Dortmund (due anni fa). Il primo, quand’era in Germania, chiedeva informazioni di continuo, divorava Wyscout, studiava strategie per portare “Samu” in Sassonia, più a Nord, nella vecchia DDR. Di fronte a sé ha trovato un altro muro. Il ragazzo vive per l’Empoli. Voleva arrivare in serie A con il club della sua vita e ci è riuscito. Domenica ha battuto i giganti bianconeri a casa loro. Lui, il play nato come esterno, il tuttocampista che gioca ovunque. Destro di piede, mezzala sinistra. L’anno scorso ha tenuto botta in più zone del campo perché Dionisi voleva così. E infatti hanno raggiunto la promozione insieme.

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Con Aurelio

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Ora c’è Andreazzoli, 67 anni, l’allenatore più anziano della A (guai a chiamarlo “vecchio”…). Umiltà al potere, gavetta e fame nel c.v., ma anche intuizioni da ricordare. Negli anni – aiutato dal suo staff – ha cambiato ruolo e carriera a Bennacer (da numero 10 a play), consacrato Di Lorenzo, lanciato Zajc, reso Caputo un bomber vero anche in serie A e guidato l’Empoli alla promozione nel 2017/18. Sempre lui, nel 2006, esortò Taddei a provare un colpo di prestigio in gare ufficiali. Ci provava in allenamento, gli riusciva sempre, così lo provocò a fin di bene. “In partita vera ce la fai?”. Rodrigo dimostro di sì alla prima occasione utile, battezzandolo “Aurelio” in suo onore. Adesso, tra le mani del mister, c’è il ventenne Ricci. Titolare nelle prime due, ma bacchettato dopo l’impresa contro i bianconeri. “È bravo, ma ha fatto alcune cose che non mi sono piaciute”. Forse vuole proteggerlo.

Studioso

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Di sicuro ha capito che il jolly di Pontedera vale parecchio. Testa sulle spalle, educazione, la famiglia come faro. È l’orgoglio di papà Alessandro, mamma Laura e della sorella Sara. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico di Pisa – a proposito di numeri… -, ha scelto il progetto Top Athlete della Luiss. Ne fanno parte anche Tortu, Tamberi, Pessina, Gagliardini e Federica Cesarini, oro Olimpico a Tokyo insieme a Valentina Rodini (canottaggio). Stellina dell’U21 di Nicolato, 4 partite da ottobre 2020 a oggi, il sogno di Samu resta l’Italia del Mancio. Deve studiare ancora un po’. Non è mai stato un problema.

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