Revenge porn, ex Sassuolo vittima dell’amante

Sono rimasti tutti sorpresi al Sassuolo. Inevitabile la consegna del silenzio sulla singolare vicenda, anche perché il caso riguarda un giocatore che ormai non fa più parte del club emiliano. Il reato di revenge porn coinvolge un ex calciatore neroverde nei panni della vittima, visto che è stata una donna a volersi vendicare nei confronti di chi all’epoca dei fatti aveva già una famiglia. Si tratta dell’amante che ha messo in atto il piano, ossia una ragazza ventottenne di origini sudamericane che ha filmato con la videocamera del telefono cellulare uno degli incontri con il giocatore, per poi inviare le immagini compromettenti ai familiari e agli amici dell’uomo. Due video intimi e foto esplicite sarebbero state inviate sulle chat di Instagram e Facebook, pur se mai postate al pubblico. Lui si è costituito parte civile. La vicenda sta suscitando in queste ore i più disparati commenti nell’ambiente, con la curiosità tutta rivolta a chi sia il giocatore in questione.

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I fatti, l’udienza e cosa rischia la colpevole

Il caso per cui la donna è indagata risale all’estate 2019 quando, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Modena, dopo la fine della relazione tra i due sarebbe scattata la sua vendetta. L’uomo all’epoca della vicenda aveva già moglie e figli, militando con il Sassuolo in Serie A. Oggi gioca in un’altra squadra e sempre in A. La giovane attualmente vive all’estero ed è stata denunciata una volta rientrata in Italia. La Polizia ha provveduto a sequestrarle il telefono cellulare. In tribunale a Modena si sarebbe dovuta svolgere l’udienza preliminare, ma è stata rinviata perché è stato impossibile rintracciarla. Il giudice Andrea Scarpa ha così fissato l’udienza a febbraio 2021. Questa è dunque una storia di ricatto fondato su materiale pornografico, ovvero il revenge porn che si configura come vendetta o ricatto che avviene tramite la diffusione attraverso il web e canali social accessibili a più soggetti o veicolabili di immagini e video di natura intima e privata. La ragazza ora rischia di dover affrontare un processo con questa ipotesi di reato. Il materiale compromettente non compare più perché la Polizia Postale si è immediatamente attivata per chiedere ai gestori delle piattaforme social di eliminarlo. Quel che rischia la ragazza rientra nel cosiddetto Codice Rosso, contenuto con le linee essenziali nella legge n. 69 del 19 luglio 2019 che all’articolo 10 ha introdotto in Italia il reato di revenge porn con la denominazione di diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti. Prevede la reclusione da uno a 6 anni e la multa da 5.000 euro a 15.000.

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