Retroscena Simeone: la Juve ha tentato lo sgarbo ma il Napoli è pronto a chiudere

CASTEL VOLTURNO – Quasi quasi, per non rischiare di restare impigliato nel traffico aereo di Ferragosto, Giovannino Simeone potrebbe pure starsene a casa, ossequiare rigorosamente in zona il rito delle visite mediche e poi aspettare che il Napoli arrivi: si gioca lunedì sera, alle 18.30, nella sua Verona, dove lui è di stanza, e perché mai mettersi in viaggio, scendere fino a Roma, andare a Villa Stuart, poi spostarsi a Castel Volturno, mentre invece facendo due passi tra piazza Bra e il Bentegodi verrebbe tutto più semplice? Quando Napoli-Verona comincerà, tra un soffio o poco più, Giovannino il «cholito» Simeone non avrà alcuna crisi di identità, nonostante debba sottoporsi (e giustamente, via) a questo tour annunciato: la sua maglia sarà azzurra e lui finirà per sentirsi quasi come un uomo solo al comando delle proprie emozioni, quelle che qualsiasi argentino prova nel momento in cui gli viene prospettato di avvicinarsi al tempio del calcio. Giovannino Simeone la sua Napoli-Verona la giocherà, o semmai la guarderà dalla panchina, oppure no, la vivrà dalla tribuna, come aveva sognato dal marzo scorso, da quando Cristiano Giuntoli cominciò a fargli arrivare messaggi di stima: c’è voluto un po’ di tempo per concludere quest’operazione, però adesso è fatta, mancano come sempre gli spiccioli dei dettagli, quelli che contribuiscono ad alimentare il pathos arricchito dall’irruzione della Juventus che con una telefonata si è informata. Ma se AdL stamattina decide di metterci l’utlima firma, partirà il protocollo classico: controlli a Villa Stuart, trasferimento a Castel Voltuno e poi la Napoli-Verona in aereo.

Giovanni Simeone, che forza in palestra!

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Giovanni Simeone, che forza in palestra!

I soldi

In sintesi, è successo quello che si poteva prevedere: Napoli e Verona hanno ricominciato a chiacchierare ieri, si sono finalmente scoperti allineati sulla stessa formula (prestito con diritto di riscatto, da trasformare in obbligatorio con la realizzazione di una serie di condizioni) e poi hanno stabilito l’aspetto più rilevante, il riconoscimento di danaro. I tre milioni che Adl riceverà dal Monza per Petagna, partito in serata, verranno ricollocati con un clic sul conto del Verona, al quale andranno – eventualmente – gli altri 12 milioni di euro che tra un anno arriveranno dalla Brianza. Si chiama equilibrismo finanziario e in questo caso pure anagrafico, perché esce un 27enne e un altro ne arriva. Il resto non è narrazione retorica, non può esserlo in queste amabili storie di calcio nelle quali ci finisce Napoli con l’Argentina, perché nell’osmosi ci sta Diego, ci mancherebbe, ma anche Sivori e poi il pipita e poi el pampa Sosa e poi Lavezzi e poi tutto ciò funge da fusione tra terre e uomini che hanno affinità elettive.

Napoli, ultima offerta per Raspadori

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All in Raspa

Simeone apre il valzer delle punte che potrebbe abbellire un mercato improvvisamente vorticoso, tra nomi che danzano soprattutto nelle aree di rigore e accordi che sembrano imminenti: Giacomo Raspadori è un po’ l’uomo dei sogni o l’enfant prodige che il Napoli si vuole regalare e per il quale darebbe fondo ad una pazzia da trentatré milioni di euro che diventerebbe al massimo trentacinque. Con il Sassuolo, la discussione è arrivata al bivio, adesso c’è solo da imboccare una delle due corsie: il sì di Carnevali aprirebbe ad un’operazione che rivoluzionerebbe, di fatto, l’attacco di Spalletti, spingendolo molto probabilmente a riabbracciare e senza indugi il suo 4-2-3-1; e il no, invece, ispirerebbe al Napoli un’altra operazione, a metà campo, dove all’improvviso potrebbe sparire Fabian Ruiz, «rapito» dal Psg. Comunque sta cominciando una storia nuova.

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