Retroscena Juve: il silenzio e il mancato accordo

Bocche cucite, nessuna reazione e nessun commento. In casa Juve è il silenzio la prima risposta alla notifica dei deferimenti da parte della procura federale arrivata proprio ieri. Una mossa quella di Giuseppe Chiné che era nell’aria, sarebbe potuta arrivare in ogni momento entro sabato 27 maggio. Eppure sembrerebbe avere comunque spiazzato nelle tempistiche la difesa bianconera, che a questo punto credeva (o sperava) di poter scavallare la giornata di lunedì 22 maggio, quando la Corte d’Appello federale si riunirà per la nuova sentenza nei confronti del club per quel che riguarda il processo plusvalenze dopo le indicazioni del Collegio di Garanzia del Coni. Almeno per quel che riguarda il tema dell’eventuale patteggiamento, che in linea teorica resta ancora possibile fino al momento in cui inizierà il processo, atteso per metà giugno: filoni distinti ma inevitabilmente collegati, l’ipotesi del patteggiamento per quel che riguarda questa seconda indagine sarebbe servita nelle intenzioni juventine per evitare l’effettiva esclusione dalle coppe europee anche prima di un’eventuale decisione della Uefa, così da provare a limitare i danni in tal senso a una sola stagione e non di più.

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Juve, il tentativo che non ha portato ad un accordo

Un dialogo tra le parti, Juve e procura federale, c’è stato anche se non ha portato a un accordo e nemmeno è stato mai vicino. In questa fase precedente pure ai deferimenti è stata pensata sostanzialmente un’ammenda pecuniaria, anche molto importante, senza trovare realmente la sponda da parte di Chiné. Che non a caso ha pure accelerato, procedendo alla notifica dei deferimenti il giorno dopo l’eliminazione della Juventus dall’Europa League (resta quindi solo il campionato come percorso per conquistare un posto in Champions) e appena prima che possa arrivare la nuova sentenza della Corte d’Appello Federale.

Juve, ora che succede?

E ora? Ora la Juve attende il verdetto di lunedì, nelle memorie difensive presentati dai legali bianconeri emerge tutta la voglia di non subire passivamente punizioni ritenute eccessivamente pesanti, riservandosi la possibilità di ricorrere nuovamente al Collegio di Garanzia del lo Sport e dilatando così ulteriormente i tempi. In base a cosa emergerà, potrebbe anche tornare d’attualità la via del patteggiamento per questo secondo filone omnicomprensivo che tira nuovamente in ballo l’articolo 4.1, quello della lealtà sportiva. Anche se post-deferimenti, la riduzione della pena è vantaggio decisamente inferiore rispetto a quanto sarebbe potuto essere con un accordo pre-deferimenti. In sintesi, un terzo invece di un quinto. L’articolo 127 prevede questo: «successivamente alla notifica dell’atto di deferimento e comunque prima dello svolgimento della prima udienza innanzi al Tribunale federale, l’incolpato può accordarsi con la Procura federale per chiedere all’organo giudicante l’applicazione di una sanzione ridotta o commutata, indicandone la specie e la misura. La sanzione può essere diminuita fino ad un massimo di un terzo di quella prevista nel caso in cui si procedesse in via ordinaria».

Processo Juve, arriva il deferimento della Figc

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