Retroscena Felipe Anderson: quando Aldair lo offrì alla Roma

Tre gol alla Roma, un uomo derby che anche domenica ha fatto la differenza. Eppure la carriera di Felipe Anderson poteva essere colorata di giallorosso. Prima di arrivare alla Lazio, Aldair lo aveva segnalato alla Roma, aveva parlato con la sorella Juliana, che diceva di essere avvocato e che rappresentava il fratello più giovane, andarono anche a cena sul Monte Serrat, dove nel corso della serata arrivò anche il padre di Neymar, un altro giovane talento che stava per esplodere. Era il 2012, l’anno prima che Felipe finì alla Lazio. Sono passati dieci anni, all’epoca c’erano altri giovani interessanti, oltre Neymar anche Willy del Corintihians. Aldair se lo ricorda ancora: «Peccato per la Roma, si vedeva che Felipe era un ragazzo di talento, non so perché non lo presero in considerazione. Due anni dopo giocò anche nella Nazionale Olimpica. Adesso ha più esperienza, è migliorato. Un bel giocatore». Aldair riuscì a intuire che Felipe avrebbe avuto una grande carriera. Giocava nel Santos nel campionato riserve. Era piccolino, entrava solo nel secondo tempo, mostrava il suo talento a sprazzi. Aldair andò a vederlo con l’agente Franco Zavaglia e gli consigliò di prendere la procura. Fu offerto anche alla Juventus, senza successo. Pochi mesi dopo l’agente cominciò a parlare con Tare. Lotito avrebbe voluto chiudere l’operazione il 31 gennaio del 2013 alle 18. Tecnicamente non fu possibile, ma il giocatore fu bloccato e passò a luglio alla Lazio, per circa sette milioni e mezzo di euro. A Tare avevano già segnalato questo ragazzo, la Lazio diede il mandato a Zavaglia, ma poi Lotito a Taormina conobbe, tramite Galliani, il proprietario di un fondo americano che aveva una percentuale del cartellino del giocatore insieme al Santos. Zavaglia prese la procura di Felipe grazie ai buoni uffici di Caluscio Gemelli, ex giocatore di calcetto che aveva fatto qualche campionato anche in Italia.

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