Report rispolvera Calciopoli. Moggi: “Berlusconi mi avvisò delle intercettazioni”

Report ha dedicato uno speciale ai fatti del 2006. Spiccano, in particolare, le dichiarazioni dell’ex designatore arbitrale Bergamo

Calciopoli e i suoi retroscena. E le sue – molte – domande inevase. Che ancora oggi, a distanza di diciassette anni tengono banco. Una delle pagine più buie del calcio italiano è tornata d’attualità (ma ha davvero mai smesso di esserlo?) con lo speciale di Report su Rai 3.

Intesa

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Un’inchiesta dietro la quale ci sarebbe stato un “patto politico-industriale”. È quanto si è ipotizzato nel corso della puntata La tesi, che secondo la stessa trasmissione resta “tutta da dimostrare”, si basa su una dichiarazione del designatore arbitrale Paolo Bergamo, secondo cui ci fu un’intesa fra Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera – ovvero mondo Inter –, e alcuni personaggi di Torino che gravitavano intorno alla famiglia Agnelli. L’obiettivo era portare John Elkann al vertice del gruppo Fiat, mentre con Antonio Giraudo, all’epoca amministratore delegato della Juventus, sarebbe invece toccato ad Andrea Agnelli, figlio di Umberto, al quale Giraudo era molto legato. Bergamo ha detto che in proposito ebbe una conversazione con Nicola Latorre, senatore del Pd: “Mi disse che secondo lui stava finendo la prima repubblica del calcio italiano”.

Accordo

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Salta poi fuori anche una “cena segreta” tra Massimo Moratti e Paolo Bergamo, per bocca dello stesso designatore arbitrale. Il presidente dell’Inter lo aveva invitato dopo la sconfitta del 5 maggio 2002 con la Lazio costata ai nerazzurri lo scudetto. La cena fu a luglio. “Moratti – ha raccontato Bergamo – mi chiese perché gli arbitri ce l’avevano con l’Inter”. In seguito, secondo la ricostruzione di Report, Moratti si rivolse all’allora capo della security di Telecom, Giuliano Tavaroli, per far svolgere degli accertamenti sui favoritismi arbitrali: un “lavoro di intelligence” che Tavaroli commissionò alla società Polis Distinto. “Ma erano indagini illegali e io quando lo seppi feci causa”, ha commentato Bergamo. Nel corso della puntata è stato fatto presente che il procedimento giudiziario che ne è seguito è stato chiuso da “un accordo”, i cui termini sono rimasti riservati, che obbliga l’Inter a indennizzare le persone che erano state monitorate. E ovviamente c’è spazio anche per Moggi. “Berlusconi mi disse che c’erano delle intercettazioni, ma aggiunse che non c’era niente di illegale e che non dovevo preoccuparmi”, ha detto l’ex dirigente della Juventus.

Dossier

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E poi, ancora. “Il dossier di Paparesta è nelle mani di Gianni Letta”. A parlare, in una intercettazione telefonica, è Adriano Galliani, all’epoca vicepresidente del Milan, con riferimento all’arbitro Gianluca Paparesta. “Paparesta – ha raccontato l’ex dirigente rossonero Leonardo Meani – venne a fare una partita a Milano. Finita la partita mi dice ‘Sono revisore dei conti di un’azienda di energie rinnovabili e avrei piacere, se fosse possibile, di fare arrivare questo studio alla presidenza del Consiglio’. Era un favore, ma di lavoro”. “Io faccio il dottore commercialista – ha spiegato Paparesta a Report – e mi sono sempre occupato di operazioni legate anche al mondo dell’energia”. Alla domanda se quella richiesta fosse stata inopportuna, ha risposto “sicuramente, col senno di poi, sì”.

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