Reggina, le ragioni per un atto di giustizia

L’appuntamento è fissato per lunedì 17 aprile, ore 11.30, in modalità videoconferenza, davanti al tribunale federale nazionale, come specificato dalla Figc dopo che i legali della Reggina si erano opposti alla data del 13 aprile, avendo comprensibilmente richiesto il tempo necessario per preparare la difesa. La società calabrese è stata deferita per il mancato versamento delle ritenute Irpef entro il 16 febbraio scorso e degli stipendi di novembre e dicembre 2022 ai giocatori ceduti in gennaio. Il club che otto mesi fa Felice Saladini ha riportato all’onor del mondo, salvandolo dal baratro, vive due situazioni. Sul campo, la squadra di Filippo Inzaghi ha ritrovato il sorriso grazie alla brillante vittoria di Perugia ed è più che mai in corsa per i playoff promozione. Fuori campo, lo scenario maturato per un evidente vuoto normativo è a dir poco surreale. Il rischio di addirittura 4 punti di penalizzazione, comminabili in primo grado, è concreto.

I segnali del Palazzo del calcio

Perché? Perché nonostante la Reggina intendesse onorare le scadenze regolamentari, non ha potuto farlo a causa della mancata omologa del Tribunale di Reggio al piano di ristrutturazione del debito delle gestioni precedenti. Il provvedimento non è arrivato per tempo e le scadenze non sono state rispettate, ma, di certo, non per volontà calabrese. Tuttavia, i segnali che arrivano dal Palazzo del calcio incoraggiano a credere in un atto di giustizia che, molto probabilmente, si compirà in sede di terzo grado di giudizio, il Collegio di Garanzia del Coni, la Cassazione dello Sport, chiamata a vigilare sula regolarità dei processi in ambito federale. La soluzione del caso Reggina costituirà un precedente destinato a fare testo anche in futuro, in materia di rapporti fra leggi dello Stato e normativa della Federazione. Un fatto è fuori discussione: la società calabrese ha il diritto di essere tutelata e di vedere riconosciuta la volontà di rispettare le regole, più volte ribadita da Saladini e dal presidente Marcello Cardona, uomo dello Stato, in prima fila in questa campagna.

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