Il bacio di Khvicha e il bacio di Giuda. Perché di baci ne è piena la storia, e mica tutti sono uguali: Kvara ne ha sparato uno spontaneo e simbolico sulla guancia di Mazzarri a Bergamo, ma oggi la storia si sposta a Madrid e la risposta di Carletto si chiama Bellingham. Jude, traduzione Giuda (fratello di Jobe, traduzione Giobbe): un talento biblico, giovane fenomeno da record che in 15 partite con il Real ha già segnato gli stessi gol realizzati in 42 presenze con il Borussia Dortmund una stagione fa: 14. Per il rapporto reti/gare ha già superato miti del calibro di Cristiano Ronaldo, Di Stefano, Pruden (13 a testa) e Puskas (11). E ancora: è il giocatore del Real che ha segnato più velocemente 11 gol in Liga nel Ventunesimo secolo; l’ultimo domenica a Cadice, nonostante il 5 novembre si fosse lussato la spalla destra che ancora va protetta. Il mondo non fa che parlare di lui, un po’ come un anno fa non smetteva di stropicciarsi gli occhi al cospetto della stella Khvicha piovuta dai cieli della Georgia. In megrelo, la lingua della sua regione, il suo nome si traduce così: splendente, brillante. Un astro, appunto. Khvicha e Jude, in qualche modo, si sono scambiati i ruoli: Kvara è un’ala sinistra formidabile di 22 anni che deve confermare tutta la bellezza del suo calcio libero, anarchico come l’eccezione di una regola; mentre Jude, un trequartista che sta cambiando il modo d’interpretare il ruolo, ha compiuto 20 anni a giugno e fa cose tali, e con tale nonchalance, che a volte neanche ci si crede. All’andata, al Maradona, Bellingham fece gol – e che gol – e Kvaratskhelia invece seminò appena un po’ di slalom dei suoi: avrà voglia di lasciare segni al Bernabeu, conoscendolo, anche perché il popolo madridista, un’estate fa, lo voleva vestire proprio di Real. E poi s’è ritrovato Jude: consolati per bene, vero?
Kvara e Jude, talenti del calcio mondiale
I due ragazzi, tra i più grandi e più puri talenti del calcio mondiale, si sono anche incrociati con lo smoking: alla cerimonia del Pallone d’Oro, entrambi candidati. Kvara è arrivato 17°, Jude 18° ma ha vinto il Trofeo Kopa come miglior Under 21 del mondo e il Golden Boy. Per la cronaca: Kkvicha è stato pagato dal Napoli 11 milioni di euro (alla Dinamo Batumi), mentre il Real per Bellingham ha sborsato al Borussia 103 milioni (più un massimo di 30% di bonus). Il georgiano guadagna 1,2 milioni più bonus, ma il suo agente ha annunciato il rinnovo; l’inglese 10 milioni (circa) più bonus. Così vicini, così lontani. Quasi quanto la Georgia e l’Inghilterra. Entrambi, però, sono figli legittimi del calcio e di ex calciatori. E provengono da famiglie sanissime, nessuna storia forte o violenta alle spalle: il talento non ha sempre bisogno di rabbia per venire fuori. Il papà di Jude, mister Mark, è un ex bomber delle leghe giovanili – pare ne abbia segnati 700 – e poi un agente della polizia di Stourbridge, West Midlands, 20 chilometri da Birmingham. Che fa rima con Bellingham. Anche il padre di Kvara ha giocato a calcio e oggi fa l’allenatore: lo chiamano Badri, ma è venuto fuori che il suo nome è Khvicha. Come suo figlio. Kvara, finora, ha segnato appena 4 gol e ricamato 5 assist: ha sofferto tremendamente la gestione di Garcia e in Champions è ancora a secco. Però risulta nell’ordine: terzo d’Europa per media dribbling (6,73); unico in Serie A ad aver firmato almeno 18 gol e 18 assist in tutte le competizioni nelle ultime due stagioni, e 6° nei 5 Top campionati (in lista non c’è Jude). Bellingham, dicevamo, vanta già 14 reti, di cui 3 in Champions, ed è il capocannoniere della Liga. Oggi sarà bello rivederli contro: magie, scatti, gioventù beata. Qua la mano. E tanti baci di Khvicha. O forse di Giuda.
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