Raspadori: “A chi assomiglio? Sono un po’ Vialli e un po’ Mancini”

L’attaccante del Sassuolo e della Nazionale: “Sono un vero 9 per tante caratteristiche, ma anche un falso 9 per tecnica e fisico. L’Inter? Ogni ambizione al momento giusto”

Dal nostro inviato  Andrea Elefante

10 settembre – REGGIO EMILIA

Il dibattito è apertissimo, proviamo a chiuderlo: Raspadori più vero o più falso nove?

“Forse falso nove, ma più che altro dal punto di vista tecnico e per caratteristiche fisiche. Però per tante altre cose mi sento un ‘nove’ classico”.

Ci aiuta a dire a chi assomiglia Raspadori?

“Per fisico, tecnica e stile di gioco forse ad Aguero. Uno di quelli che ho studiato di più assieme a Tevez, Di Natale e anche Paolo Rossi, guardando le sue partite con papà. Ma chi mi ha rubato gli occhi più di tutti è Eto’o, generoso come pochi: quando un attaccante diventa un punto di riferimento per la squadra”.

Forse il riassunto migliore resta quella di De Zerbi: “Raspadori è un po’ un 9 e un po’ un 10”. Gliene proponiamo uno noi: Raspadori 9 come Vialli e 10 come Mancini.

“Ci può stare: mi piace come sintesi e mi ci vedo. Ma soprattutto: non sarebbe male… E l’abbraccio sincero, vero, che mi ha dato Vialli subito prima di Italia-Lituania mi ha scaldato il cuore. E lo porterò sempre con me”.

Restare a Sassuolo è stata una sua scelta o una scelta del club?

“Mai pensato di andare via, mai avuti dubbi: per il mio percorso, in questo momento, penso sia la cosa migliore. Mi sono appena affacciato sul calcio dei grandi: la cosa più importante è stare in campo il più possibile. E poi sento molto il ruolo di ambasciatore di ‘Generazione S’, il rappresentare questo progetto: sono qui da quando avevo 10 anni, sono cresciuto assieme alla società, credo nel migliorare avendo dei valori alle spalle. E in questo spero di essere ispirazione per tanti ragazzi”.

Quando in estate sentiva il suo nome accoppiato a quello della “sua” Inter cosa pensava?

“Sarei bugiardo se dicessi che non mi faceva piacere. Ho fatto un percorso in crescendo, è normale voler crescere ancora. Ma c’è il momento giusto per ogni ambizione”.

Precedente David Luiz, Nkoulou, Gaston Ramirez e Viola: dentro il calciomercato degli svincolati Successivo Punizione divina: quella pennellata di Diego che sfidò le leggi della fisica

Lascia un commento