Ranieri ribalta la Samp, e la Samp ribalta il Verona

Hellas in vantaggio con Lazovic su punizione, poi il tecnico cambia tre uomini all’intervallo e i blucerchiati dilagano con Jankto, Gabbiadini su rigore e Thorsby

Il Verona ribaltato, e ora è crisi vera: quinto k.o. nelle ultime sei giornate di campionato. La Samp vince e piomba in classifica a meno due dalla squadra di Juric, affondata al Ferraris (3-1), dopo un primo tempo gestito a lungo e senza difficoltà proprio dagli ospiti, all’intervallo in vantaggio, ma poi travolti nella ripresa. L’ottavo posto finale per i blucerchiati non è più una chimera, ma resta un obiettivo alla portata: la banda terribile di Ranieri lo ricorda a tutti dopo un successo pesante che spegne alla distanza la buona prova sino a metà gara di Lasagna e compagni. Verona di partenza ritoccato, con la novità Salcedo sulla linea dei trequartisti e Barak più arretrato in mediana. Samp addirittura rivoluzionata, con Candreva, Gabbiadini e Quagliarella in panchina, oltre a Ekdal in condizioni fisiche imperfette. Il Verona parte forte e sorprende una Samp troppo lunga e soprattutto con i reparti poco coordinati fra di loro. Il 4-4-1-1 di Ranieri (stesso modulo della gara di andata al Bentegodi, e medesimi interpreti offensivi, con Verre alle spalle di La Gumina) non crea mai veri pericoli alla squadra di Juric, che invece con una mediana tosta e la coppia Salcedo-Zaccagni alle spalle di Lasagna può affondare spesso i colpi approfittando anche della continua spinta sugli esterni. Il gol segnato quasi subito (13’), con una magia di Lazovic su punizione (Audero senza colpe, ma la barriera salta male) mette in discesa per il Verona una partita di per sé già non troppo complicata. La Samp si fa vedere solo al 27’ con Verre, che scappa a Dawidowicz, ma trova Silvestri attento alla deviazione. L’idea di mettere gli esterni in mezzo a piede invertito, con Jankto a destra e Damsgaard a sinistra non dà effetti e Ranieri torna presto all’antico, soprattutto per le difficoltà del ceco. E’ un lungo monologo gialloblù, fra l’altro padroni del campo anche sul piano atletico e vicini al bis due volte con Salcedo e poi con Zaccagni. Bereszynski prova a dare profondità al gioco, ma resta il peccato iniziale dei blucerchiati, lunghi e prevedibili, oltre che poco attenti sulle seconde palle. È vero che il finale del primo tempo regala una prima vera reazione blucerchiata, ma lo scarso peso specifico in attacco penalizza i padroni di casa. I blucerchiati chiedono un rigore al 38’ per una spallata di Sturaro su Jankto in area veronese, ma l’arbitro Dionisi fa proseguire.

CAMBIO DI PASSO

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Serviva una scossa, e quella arriva per i blucerchiati. Rivoluzione Samp e ritorno all’antico: si riparte con il 4-4-2, Keita-Gabbiadini in attacco (fuori Verre e La Gumina) e Candreva al posto di Damsgaard sulla corsia di destra. 54 secondi e arriva il pari blucerchiato, su un’azione avviata da Candreva, dopo un tiro di Keita ribattuto da Dawidowicz e Jankto prontissimo con il suo sinistro a battere con un tiro violento Silvestri, su cui Faraoni è sorpreso. Tutta un’altra storia questa Samp, che al 6’ sfiora il raddoppio, ma trova Silvestri decisivo nella parata su Jankto, che spreca un pallone pesantissimo su un assist con il destro di Keita, che fa passare il pallone in mezzo a Dawidowicz e Faraoni. Juric punta allora su Tameze (fuori Zaccagni, calato nella ripresa), mentre Bessa rileva Sturaro. Ma non basta: la Samp continua a spingere forte, Verona incapace di reagire: al 27’ Keita triangola con Candreva e si presenta in area, dove Tameze lo tampona. Rigore con bisticcio fra Gabbiadini e Candreva su chi dovrà andare dal dischetto: calcia l’attaccante, che fa centro. Due a uno Samp e alla fine chiarimento fra i due compagni. Juric tenta un’altra doppia mossa, con Favilli in attacco e Lovato al centro della difesa (fuori Barak e Gunter). Ma è una partita ormai tutta in discesa per la Samp, he chiude la gara al 37’ con il 3-1 di Thorsby, bravo ad anticipare di testa Silvestri che sbaglia totalmente il tempo dell’uscita, con Dimarco troppo statico. All’ultimo minuto di recupero Dawidowicz coglie il palo di testa, e lo stesso difensore polacco trova poi Audero pronto alla ribattuta.

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