Rabiot, lo scudetto e i due spogliatoi Juve: il retroscena e la consapevolezza

La convinzione c’era già prima, il pareggio ha semplicemente dato nuova linfa alle già elevate ambizioni dello spogliatoio juventino. Questione di consapevolezza: prestazioni solide, come quella offerta domenica sera allo Stadium contro l’Inter, danno fiducia. All’interno del gruppo non c’è euforia e nemmeno tracotanza: solo una presa di coscienza, prestazioni alla mano, di quanto la distanza dai nerazzurri, in testa alla classifica e indicati dagli addetti ai lavori quali favoriti per lo scudetto, sia ormai ridotta. È l’effetto che fa il riuscire a tenere testa alla capolista, al di là della classifica che vede le due squadre vicine, ma con tante partite ancora davanti e avversarie temibili alle spalle: non è fattuale, la convinzione, quanto piuttosto una sensazione che sconfina nella percezione di sé sotto una nuova luce.

Scudetto, la carica di Rabiot

E allora la parola scudetto non è più tabù. O forse non lo è mai stata davvero all’interno del gruppo squadra. Non stupiscono dunque le parole di Adrien Rabiot che, non per niente con la fascia di capitano al braccio, sintetizza il concetto a caldo, una volta incassato il punto con l’Inter e giocato alla pari con chi ha il titolo come obiettivo dichiarato. «Io vedo il bicchiere mezzo pieno, faremo meglio sicuramente nelle prossime partite. Il mio obiettivo e quello dello spogliatoio è vincere lo scudetto. Siamo forti, dobbiamo essere consapevoli di questo, ce la possiamo fare, è quello che ci diciamo nello spogliatoio. Siamo campioni, vogliamo vincere sempre, andando sempre avanti», è il concetto espresso dal francese, uno dei leader tecnici della squadra e tra i più esperti.

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