CALCIONEU

Questa Juventus vale molto più di così: si può e si deve fare di più

Nella disperazione di Nicolò Fagioli può trovare conforto la frustrazione del popolo bianconero, perché quelle lacrime raccontano di uno che ci tiene davvero, che ha senso di appartenenza e consapevolezza di cosa significhi perdere con quella maglia indosso. Tutto il resto è noia, perché è stata una partita orrenda della Juventus, un’altra di una serie che si allunga in modo inquietante. Dall’inizio di aprile, la squadra di Allegri non ha mai convinto, nemmeno nelle risicate vittorie contro Verona e Sporting. Non è una questione estetica e nemmeno filosofica; non si contesta il fatto che la Juventus giochi “male”, ma il fatto che non giochi proprio. Nessuno dei calciatori bianconeri in campo, ieri pomeriggio, aveva una vaga idea di cosa fare con il pallone o di come muoversi senza. Non mettiamo in discussione il modello di Allegri, il suo difendere basso e ripartire, il suo gestire il più possibile le situazioni delle partite, il problema della Juventus è che non applica neanche i più basilari principi del calcio di Max. È una squadra alla deriva, spinta dal carattere, dall’unità del gruppo, dagli eroismi dei singoli, che ogni tanto si inventano qualcosa, ma ogni tanto no. E in quel caso non succede proprio niente, come ieri pomeriggio, quando il primo tiro in porta è arrivato a secondo tempo inoltrato.

Guarda la gallery

Pagelle Juve: Vlahovic inoperoso, Paredes irritante. Perin è un numero 1

Juve, le speranze di fine stagione

Questa squadra, questa rosa, può esprimersi meglio e, soprattutto, in modo più efficace. Può dare più soddisfazione morale ai tifosi, che non la stanno abbandonando, coscienti del momento difficile, ma sono quanto meno perplessi nel vedere il potenziale tecnico così ingolfato e così pochi gol da un reparto offensivo che ne potrebbe e dovrebbe garantire di più e più facilmente. Qualcosa si è incastrato e se Allegri non lo aggiusta, rischia di bruciare le ultime speranze della stagione nelle prossime due settimane, affrontando le gare di ritorno dei quarti di Europa League e della semifinale di Coppa Italia contro Sporting e Inter. Poi ci sarà da riflettere sulla stagione squisitamente calcistica della Juventus, astraendola dalle vicende giudiziarie che l’hanno martoriata e valutando con attenzione i problemi strutturali che la squadra si porta dietro dalla scorsa stagione. Sono quei limiti, per lo più di organizzazione e intensità, che ieri hanno rovinato il pomeriggio alla gente juventina. In una fase storica come questa, nel quale l’orgoglio è il valore più forte al quale aggrapparsi, non c’è più di tanto l’urgenza della vittoria unicacosacheconta, ma di evitare le insipide minestrine del Mapei Stadium. Non è certo un boccone amaro che può spaventare chi ha visto accadere di tutto da luglio in poi (infortuni incredibili, sconfitte con il Maccabi, dimissioni in blocco del CdA, condanne senza una norma, eccetera), purché abbia almeno un retrogusto di speranza.

Guarda la gallery

Sassuolo-Juventus 1-0: Fagioli sbaglia, Defrel punisce

Juventus, qualche domanda

Perché la domanda delle domande è: se la prossima si giocasse tutta in campo e non anche nelle aule dei tribunali, la Juventus di ieri cosa potrebbe combinare di più di quello che ha combinato finora? Quest’anno andrà come deve andare, ora come ora non si conosce neanche la reale posizione della squadra in classifica e ci sono ancora talmente tante incognite giudiziarie che perdere è quasi indolore, perché – per esempio – non si può calcolare la portata del danno di una sconfitta contro il Sassuolo. Ma l’anno prossimo? La rinascita della Juventus può iniziare così?

Guarda il video

Sassuolo-Juventus, il commento del Direttore Guido Vaciago

© RIPRODUZIONE RISERVATA