Quanto è solida la casa Inter: dentro ai segreti di una grande fase difensiva

Solo un ‘gollonzo’ ha interrotto l’imbattibilità di Handanovic. La protezione al trio dei colossi, il sacrificio degli esterni, la B&B di maratoneti e Lukaku… stopper

Anche la vittoria sulla Lazio ha confermato che la casa Inter ha fondamenta solide. Soltanto un gol fantozziano sull’asse Milinkovic-Escalante ha interrotto un mese abbondante di inviolabilità della porta di Handanovic in campionato. La striscia di clean sheet si è fermata a 4 – prima non era mai arrivata a due… -, ma la sensazione è che adesso segnare un gol ai nerazzurri resti un bel rebus per gli avversari. E il Milan di Ibra e Leao diventa il crash test perfetto per capire se quella nerazzurra è una difesa da scudetto.

Trio da proteggere

—  

Dopo gli spifferoni di inizio stagione – cinque gol presi tra Fiorentina e Benevento, 13 nelle prime otto giornate, poi saranno solo 11 nelle successive quattordici -, la prima svolta è arrivata con la messa in cantina del poco contiano progetto champagne. Tanti saluti al trequartista, ritorno al 3-5-2. Perché l’Inter è un cingolato, la (pseudo) poesia se la tengano gli altri. Davanti ad un Handanovic che ha reagito alle critiche da campione e ora esplora territori prima sconosciuti (la lettura in anticipo con uscita su Lazzari vale come un gol), Conte ha poi blindato la difesa attorno a Skriniar, De Vrij e Bastoni. Mancando in rosa un brevilineo veloce alla Cordoba, il tecnico ha dovuto proteggere una linea iper massiccia e fisica per evitare che andasse in affanno negli spazi larghi. Decisivo il lavoro degli esterni, con Hakimi e Perisic (al momento davanti a Young nelle gerarchie) che sono cresciuti molto in umiltà e applicazione in fase di non possesso. Velocità e resistenza ai due non mancano. Senza fare paragoni blasfemi con l’Eto’o terzino del Triplete, tutto dipende dalla testa e dalla capacità di sacrificarsi per il gruppo.

B&B, i maratoneti

—  

Al di là della retorica, l’Inter – che ha pur sempre il miglior attacco del campionato – impressiona per come interpreta collettivamente la fase difensiva. Lautaro anche contro la Lazio era il primo a portare il pressing. Lukaku non si risparmia mai e aggiunge chili e centimetri nella propria area sui calci piazzati avversari. Mentre la maglia da mezzala sinistra è in cerca di paternità tra Eriksen, Vidal, Gagliardini, con Sensi e Vecino di rincorsa, in mezzo al campo la vera diga è rappresentata da Barella e Brozovic. Un B&B in cui si mangia poco e non si dorme mai, un moto perpetuo decisivo anche contro il centrocampo velenoso della Lazio. Con nota di merito per avere evitato quell’ammonizione che sarebbe costata la squalifica nel derby.

Precedente Scaroni: "Il Milan non si abbatte. Ibra al Festival? Ha una sua logica" Successivo Juve, Cuadrado fermo almeno 10 giorni. Ma intanto riecco Dybala e Ramsey