Quando Ronaldo piantò la Juve “dimenticando” i 19,9 milioni che ora vorrebbe

Ronaldo, sempre Ronaldo, fortissimamente Ronaldo. Anche quando non gioca, in Qatar come a Torino, il fuoriclasse portoghese è sempre al centro della scena. Sebbene, sul fronte dell’inchiesta Prisma, presumibilmente ne farebbe volentieri a meno. Il fatto è che, il 27 agosto 2021, quando, insalutato ospite, lasciò precipitosamente la Juve per tornare a Manchester, non si curò dei 19,9 milioni di euro che la società avrebbe dovuto versargli, in base alla seconda manovra stipendi, al centro delle indagini dei giudici torinesi. Si tratta degli emolumenti il cui pagamento era stato differito nel quadro delle misure adottate dalla società per fronteggiare l’emergenza Covid. Secondo l’ipotesi degli investigatori, a Ronaldo il versamento della somma sarebbe stato garantito dalla fatidica scrittura privata che dovrebbe o potrebbe essere in possesso del calciatore.

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Sempre secondo le accuse mosse dai giudici, i 19,9 milioni sarebbero dovuti essere contabilizzati subito dalla Juve, nell’esercizio di bilancio 2020-2021, sulla base dell’accordo raggiunto con il portoghese e con altri sedici compagni di squadra. All’inizio di novembre, l’avvocato di Ronaldo ha presentato ai magistrati l’istanza per visionare gli atti dell’inchiesta, respinta perché avanzata prima del deposito della richiesta di rinvio a giudizio di Andrea Agnelli e altre undici persone, oltre al club. Lo scenario è cambiato: la richiesta è stata depositata il 30 novembre e il Gup, il giudice dell’udienza preliminare, si pronuncerà al riguardo all’inizio del nuovo anno. La domanda di visione degli atti lascia presumere che Ronaldo intenda incassare i 19,9 milioni, pattuiti quali incentivo all’esodo qualora avesse lasciato la Juve entro il 5 settembre 2021. Per tentare di riuscirci, c’è un passaggio obbligato: presentarsi ai giudici torinesi per testimoniare quale persona informata sui fatti e chiarire se abbia la scrittura privata. E, se ce l’abbia, la tiri fuori.

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