Quando l’arbitro diventa eroe: massaggio cardiaco salva la vita a un portiere 20enne

Fabio Franzò, 27 anni, infermiere di Siracusa si è reso protagonista insieme a un compagno di squadra dello sfortunato numero uno Kapustins durante la partita di Serie D tra Casertana e Rotonda: “Ha rischiato tantissimo”

Per un attimo la divisa fluorescente è diventata la casacca che indossa gli altri giorni. Fabio Franzò, 27 anni, è un infermiere all’ospedale di Siracusa, ma nel weekend è uno dei prospetti più interessanti tra gli arbitri di Serie D. L’ultima designazione l’ha visto in campo per Casertana-Rotonda, dove con ogni probabilità ha salvato la vita al portiere degli ospiti, il classe 2002 Kapustins. Al 67’ è andato in uscita bassa in area, scontrandosi con un attaccante avversario. Ha perso conoscenza immediatamente, il primo ad accorgersene è il compagno di squadra De Foglio che gli ha estratto la lingua. Franzò si è reso conto subito della gravità della situazione, ha effettuato il massaggio cardiaco e in quella circostanza ha notato che non c’era espansione toracica: Kapustins non respirava.

L’intervento

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I due staff medici si sono assicurati che non ci fosse arresto cardiaco, l’arbitro si è occupato invece di quello respiratorio con cannula orofaringea e pallone autoespandibile. Il ragazzo si è ripreso dopo qualche minuto, nel sollievo generale, ed è stato portato in ospedale per gli accertamenti del caso.

Il protagonista

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Franzò ha avuto l’opportunità di parlare del suo gesto eroico nella trasmissione Zona Rossoblù: “Lavoro in sala operatoria e sono abituato a questi episodi. Vedendo che non riprendeva conoscenza ho temuto il peggio e ho cominciato le manovre di rianimazione. L’istinto di sanitario mi porta a mettermi subito al servizio delle persone che stanno male. Non è stato soltanto merito mio, tutti hanno dato un contributo fondamentale: è proprio vero, l’unione fa la forza”. Entrando nello specifico, l’arbitro ha sottolineato l’elevato pericolo corso da Kapustins. “Non so se ci sia stato effettivamente l’arresto cardiaco, ma su quello respiratorio non ho dubbi e ha rischiato tantissimo. La fortuna è che fossi un infermiere, ma devo dire che ci sono tanti medici tra i direttori di gara e non ho dubbi che chiunque al posto mio si sarebbe comportato allo stesso modo” ha concluso Franzò.

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