Qual è la vera Inter?

Non era necessario scomodare un Maldini per mettere a fuoco il problema dell’Inter. Perché un problema quest’anno c’è. E non è piccolo. La differenza tra il rendimento interno e quello esterno è il solco che demarca in modo netto il campionato. Tenendo in considerazione solo le partite giocate a San Siro, i nerazzurri sarebbero addirittura in testa alla classifica, con trentatré punti, due in più del Napoli. Lontano da Milano l’incredibile patatrac: poco più della metà dei punti ottenuti in casa (diciassette), sei sconfitte delle otto complessive, un attacco che balbetta, con la miseria di venti gol fatti, e una difesa che fa acqua, con ventiquattro gol subiti. A due terzi della serie A i numeri sono chiari. Dicono la verità?

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Lukaku e Brozovic assenti ingiustificati

A La Spezia l’Inter la verità doveva trovarla. Inzaghi aveva chiesto di dare seguito alla vittoria con il Lecce per arrivare a giocarsi il match dell’anno, quello di martedì a Oporto, con la coscienza a posto e il sistema nervoso in ordine. E invece la serata in riva al golfo ha complicato le cose e consegnato al tecnico una serie di interrogativi destinati a far salire pericolosamente il livello d’ansia. Il primo: a cosa serve Lukaku? Il rigore con cui ha provato a mettere una pezza alla partita non cancella la prestazione terribilmente al di sotto delle aspettative. Il Lukaku che due anni fa trascinava l’Inter verso lo scudetto non c’è più. Al suo posto gioca un centravanti dai movimenti lenti, prevedibili, appesantito da un’incompiutezza che non pareva potergli appartenere. Il secondo: che fine ha fatto Brozovic? Il regista dalla visione globale, il colpo di genio, l’impeccabile recupero difensivo è un ricordo sbiadito. L’infortunio e la prospettiva di lasciare Milano a fine stagione hanno prodotto un calo di rendimento che frena in modo preoccupante la manovra nerazzurra e la rende inesorabilmente prevedibile. E poi le amnesie in difesa, le incertezze in mezzo al campo e gli errori davanti complicano ulteriormente le cose.

Oporto per non affondare

In queste condizioni sembrerebbe davvero molto difficile che l’Inter possa riuscire a raggiungere i quarti di Champions, un traguardo che manca da dodici anni. Ma qual è la verità? È questa la vera Inter? La risposta non può che essere negativa. Questa è l’Inter da trasferta in campionato, la brutta metà di una squadra che quest’anno ha saputo esaltare San Siro, ha superato un girone d’inferno in Champions e martedì si presenterà a Oporto con un gol di vantaggio e una storia da riscrivere. E dopo 115 lunghi anni, la storia dice che dall’Inter ci si può aspettare tutto. Una serata così. E tre giorni dopo una grande notte. Forse.


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