Quagliarella mister 100 Invecchiando migliora

Finisce con il protagonista che esce dal campo per ultimo e in mutande, dopo aver regalato i pantaloncini ai tifosi che lo osannavano durante il giro d’onore a fine partita. Giro d’onore dovuto a Fabio Quagliarella, 32 anni, che contro il Sassuolo ha segnato il suo centesimo gol in Serie A, entrando nel club ristretto al quale appartengono 3 soli altri giocatori oggi in attività: Totti, Gilardino e Cassano nell’ordine, rispettivamente con 250, 188 e 113 reti. “Non avrei mai immaginato che arrivasse così, a meno di dieci minuti dalla fine, con la squadra sotto di 2 reti e che servisse ad avviare la nostra rimonta”, ha detto lui alle tv mentre l’adrenalina della partita sfumava per lasciar posto al naturale compiacimento per il traguardo personale raggiunto.

Completo — È un traguardo che l’attaccante napoletano merita tutto, perché tutto ha dimostrato di saper fare, in campo: il centravanti e la seconda punta, l’attaccante esterno e perfino il trequartista. Merito di due piedi – Fabio calcia indifferentemente di destro e di sinistro – dotati di potenza e di precisione nel tocco, e di una capacità di “leggere” le situazioni di gioco comune a pochi. Come a tanti, a Quagliarella è mancato quel “quid”, quel tocco in più che gli permettesse una carriera migliore di quella che ha avuto, soprattutto a livello di consacrazione internazionale, vuoi con la maglia del club, vuoi in nazionale, dove pure ha giocato 24 partite segnando 6 gol.
Un tocco in più che è difficile definire: se legato alla buona sorte, alle circostanze, o semplicemente al fatto di aver sempre trovato sulla sua strada qualcuno più forte. Davanti a certi suoi gol spettacolari, in acrobazia o con tiri da lontanissimo, a volte è venuto il sospetto che a fregarlo sia stato il cognome: se invece di Quagliarella si fosse chiamato Quagliarellinho, allora, chissà, forse la storia sarebbe stata diversa.

Gol straordinari — Perché di gol straordinari – fuori dall’ordinario, nel senso stretto della parola – e spettacolari, Quagliarella ne ha fatti tanti: uno al Chievo con un pallonetto da centrocampo quando vestiva la maglia della Samp, un altro all’Atalanta con una mezza girata al volo da 30 metri quando era al Napoli, un altro allo stesso Napoli – la squadra della sua città nella quale non è riuscito a consacrarsi e questo lo ha forse penalizzato ne prosieguo della carriera – con una semirovesciata negli anni dell’Udinese.
“Quaglia” ha vinto 3 scudetti e 2 Supercoppe con la Juve, squadra nella quale non è mai stato titolare, ma in cui è rimasto per 4 anni, finendo per essere apprezzato da quei tifosi che pure avevano accolto con scetticismo il suo arrivo. Questo è stato un altro dei grandi meriti di Quagliarella, il farsi amare dovunque sia stato, dentro e fuori la squadra: merito della sua generosità e della capacità di giocare con e per i compagni, senza pensare esclusivamente alla gloria personale. Anche per questo, ogni volta che ha fatto gol a una sua ex squadra, ed è successo tante volte, Quagliarella non ha esultato: ne ha girate 7 in Serie A e in ognuna ha lasciato buoni ricordi. E poi, da buon napoletano, è un ragazzo di sentimenti.

 Fabrizio Salvio 

Precedente Atalanta-Roma streaming e diretta tv, dove vederla Successivo Sampdoria-Sassuolo 3-2, il tabellino