Prohaska e Schachner, gli austriaci felici nella Serie A degli anni 80

Gli ottavi europei degli azzurri sono l’occasione per rivivere gli intrecci tra l’Austria e quello che era considerato il campionato più bello del mondo

C’è stato un tempo – parliamo di quarant’anni fa – che da noi – come nella canzoncina per bambini – c’erano austriaci felici (imitare dei baffi lunghi) sulle cime dei monti (disegnare con le dita le montagne) della Serie A. Avevano i baffi, ovviamente. Sappiate che i baffi erano di serie in quel periodo; come l’autoradio estraibile, le gonne mini colorate sopra i fuseaux e la gabbietta dove cinguettava il canarino. Erano calciatori di primo livello, top-player si direbbe oggi; uomini che hanno lasciato una traccia profonda sia in campo che nella memoria collettiva. Per ironia della sorte, uno dei due – Herbert Prohaska – era lentissimo, non per niente lo chiamavano “Lumachina”; mentre l’altro – Walter Schachner – era un fulmine, un centometrista nato, probabilmente il più forte contropiedista di quegli anni. Ah, ce n’era anche un terzo, di austriaco. Ma di lui non si ricorda nessuno. (Se avete pazienza alla fine vi diciamo chi era).

Precedente Euro 2020, Sileri: "Finale a Londra? Scelta da ponderare" Successivo Video/ Svezia Polonia (3-2): highlights e gol. Claesson porta i gialloblu agli ottavi

Lascia un commento