Premier, Liga e Figc contro la Fifa. E Ceferin pensava al Mondiale dell’Uefa!

Dito puntato contro il Mondiale per Club. La rinnovata rassegna marchiata Fifa, che vivrà la prima edizione tra giugno e luglio del 2025, negli Stati Uniti, è infatti accusata di allungare e di appesantire un calendario del pallone ogni anno più fitto. L’equazione, in fondo, è soggettiva: più partite aprono a più opportunità, secondo alcuni, più partite significano più infortuni e più effetto saturazione, secondo altri. A quest’ultimo partito, in particolare, aderiscono alcune istituzioni, tra leghe e sindacati, che ieri hanno fatto sentire la propria voce contro la manifestazione ideata e voluta da Infantino. Nonostante a gravare sul numero di partite stagionali siano anche i campionati nazionali, negli anni cresciuti per squadre al via e per nulla intenzionati ora a una diminuzione dei propri format, siano anche le competizioni Uefa, con le nuove coppe europee ormai ai nastri di partenza dall’alto di una crescente quantità di sfide per generare maggiori ricavi, siano anche i tornei per le Nazionali, con la recente nascita di ulteriori rassegne come la Nations League. Al punto che pare lecito sospettare come, dietro certe prese di posizione, ci siano interessi di natura politica più che di tutela del benessere dei calciatori.

Il retroscena su Piquè e Ceferin

Il sospetto, in particolare, trae linfa dalle nuove rivelazioni del portale spagnolo The Objective, che nella giornata di ieri ha raccontato delle trattative tra l’ex difensore blaugrana Gerard Piqué, a capo anche dell’agenzia di eventi Kosmos, l’ormai ex presidente federale iberico Luis Rubiales e l’attuale numero uno della Uefa, Aleksander Ceferin, per la creazione di una competizione europea che, ogni quattro anni, avrebbe – nelle intenzioni – dovuto contrastare lo stesso Mondiale per Club della Fifa. Gli scambi di messaggi e le videoconferenze cui si fa riferimento risalirebbero al 2019, in reazione all’idea della rassegna iridata per società lanciata da Infantino, prima ancora dello scandalo dei fondi Uefa sottratti alla Federazione Spagnola, con il benestare di Rubiales, per rimpinguare gli stipendi di Piqué e Messi in piena pandemia da Covid-19, primo capitolo dell’attività investigativa svolta dal sito spagnolo. Agli incontri virtuali per discutere della nascita della competizione avrebbero partecipato anche Theodore Theodoridis, segretario generale Uefa, e Giorgio Marchetti, suo vice. «L’organismo riceve ogni giorno una valanga di proposte e di suggerimenti, tuttavia la maggior parte di essi non merita di essere discussa: commentiamo solo i progetti approvati dagli organi esecutivi», la replica da parte di fonti Uefa alle rivelazioni di The Objective.

Contro il nuovo Mondiale per Club

Lo scenario generale, insomma, stride rispetto alla levata di scudi contro il Mondiale per Club che si è scatenata ieri, in particolare, tra Inghilterra e Spagna. Il numero uno della Premier League, Richard Masters, e il suo omologo del sindacato calciatori inglesi, Maheta Molango, sostenuti dal presidente della Liga, Javier Tebas, sarebbero infatti determinati – secondo quanto riferito dal Sun – a porre in essere un’azione legale se il torneo iridato a 32 squadre non sarà ricollocato nel calendario internazionale. Presa di posizione che, nelle loro intenzioni, potrebbe portare persino a un clamoroso boicottaggio dell’appuntamento da parte del club inglesi, per quanto nessuna della future partecipanti – Oltremanica o altrove – si sia espressa, in merito, in termini negativi. «Troppa offerta genera un effetto negativo, si rischia di perdere attrattività: occorre valutare con attenzione l’utilità di competizioni come il Mondiale per Club», il monito di Gabriele Gravina sul fronte italiano, Paese che ai nastri di partenza della rassegna iridata 2025 schiererà Inter e Juventus.

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