Premier League, incassi record grazie agli sponsor sulle maglie

Le ultime sessioni di calciomercato ci hanno insegnato come i club di Premier League possano permettersi di investire maggiori risorse per i cartellini dei calciatori, creando un divario sempre più evidente con gli altri top campionati europei. Soldi derivanti da ricche proprietà e importanti accordi per i diritti televisivi, ma non solo. A recitare un ruolo chiave sono gli sponsor, da quelli che appaiono al centro delle maglie ai badge che siamo soliti vedere sulle maniche e sul retro delle casacche, senza dimenticare eventuali marchi sui pantaloncini. Una speciale classifica, stilata dal quotidiano inglese The Sun, che vede in vetta il Manchester United di Ten Hag, davanti ai rivali del Manchester City. E poi, c’è il caso Chelsea, ad oggi senza main sponsor.

Sponsor da record in Premier League: dal Manchester United al caso Chelsea

Incassi da record per i top club di Premier League, grazie agli accordi per le sponsorizzazioni stipulati per la stagione sportiva 2024/25. Introiti importanti per la gestione delle società e per valorizzare l’immagine del brand. Il Manchester United arriva a guadagnare fino a 170 milioni di sterline, grazie alle partnership con Adidas, sponsor tecnico, Snapdragon, main sponsor, e DXC, che appare sulle maniche delle maglie di Zirkzee e compagni. Poco più dietro il Manchester City di Pep Guardiola, che si è affidato a Puma e ad iniziative speciali come l’omaggio agli Oasis per la loro reunion del 2025. Un incasso che raggiunge un totale di 150 milioni, complice l’ausilio di Etihad, che dà anche il nome allo stadio dei Citizens. Chiudono la top four Liverpool ed Arsenal, squadre alle quali sono destinati rispettivamente 137 e 125 milioni di sterline. Le divise di Gunners e Reds sono targate Nike.

Il caso Chelsea, è ancora senza main sponsor

E poi c’è il Chelsea, ancora senza main sponsor. Bellissima la nuova maglia dei Blues, con un colore elettrico e dettagli molto particolari, ma manca un brand a riempire il front della casacca indossata da talenti del calibro di Cole Palmer. Nessun accordo raggiunto, per ora, e maglia che racchiude solo l’iconico “baffo” Nike, che consente ai londinesi di ricavare fino a 60 milioni di sterline, e il marchio Fever, che ha pagato 8 milioni per comparire all’altezza delle maniche. In Europa, non è certo la prima volta che accade: in Italia, per esempio, la Juventus ha deciso di occupare lo spazio “non venduto” con la scritta Save the Children, intraprendendo un’iniziativa benefica. Sempre in Serie A, anche Inter e Roma sono rimaste per settimane senza main sponsor, per i noti problemi con DigitalBits.


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