Premier League, i tormenti di Zaza: Torino è lontana e Londra mugugna

Premier League, i tormenti di Zaza: Torino è lontana e Londra mugugna
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L’attaccante lasciò la Juve e il West Ham colse l’occasione. Ma finora ha raccolto solo delusioni: cinque presenze e nessun gol…twitta

TORINO – A questo punto, nonostante tutte le critiche del caso, converrebbe tagliare il traguardo delle dieci presenze quanto prima. A lui, che probabilmente s’immaginava di vivere Oltremanica un’avventura piuttosto che una “disavventura”; al West Ham che, evidentemente, sul ragazzo ha puntato con decisione, tanto che non avrebbe alcun senso fare un passo indietro; alla stessa Juventus dove acciuffare un posto da titolare inattaccabile è missione impossibile. A Simone Zaza la vita va così: trasloca a Londra a fine agosto dopo aver vissuto un’estate di delusioni (all’Europeo) e attesa (del futuro). Prima, però, una tappa nella sua Basilicata per salutare i genitori che non lo vedevano da un pezzo, una “fughina” in luoghi lontani con la sua Chiara per scacciar via i fantasmi di Francia 2016, quindi il trasferimento agli Hammers con sistemazione in un appartamento dotato di vista mozzafiato sullo skyline. E cosa ti combina il destino? Decide (il destino, appunto) che il feeling con il tecnico Slaven Bilic, suo primissimo estimatore, non è come un’assicurazione sulla fiducia del pubblico pagante.

(…)

PESSIMISMO E REALTÀ – Succede che, raggiunta la metà del percorso, il bilancio non possa dirsi invidiabile in parallelo con i pessimi risultati della squadra. Dei cinque “segnali di vita” dell’ex punta bianconera si ricordano tre sconfitte (contro Watford, West Bromwich e Southampton: non esattamente top club…), un pareggio (1-1 con il Middlesbrough) e una sola vittoria (in Coppa di Lega contro l’Accrington Starley, quarta serie inglese). Totale: 347 minuti in campo, nessun gol nel referto personale. Poteva andar meglio, molto meglio, però il pessimismo strisciante nell’ambiente non giustifica una prospettiva da molti paventata: Zaza in panchina, comunque tenuto a distanza di sicurezza dal tetto delle dieci presenze, con il West Ham che in souplesse si libera dell’incudine legata al riscatto obbligato del cartellino di un giocatore mai determinante finora.

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