Si accendono le luci, il sipario si apre, e da venerdì la Premier League torna a irradiare con tutto il suo antico fascino la galassia del football europeo. Eppure, a guardarla bene, sembra che qualcosa da un po’ di tempo stia cambiando Oltremanica. In parte ce ne eravamo accorti già lo scorso gennaio, quando l’intero indotto calcistico aveva atteso invano i milioni che solitamente le squadre inglesi facevano piovere sul mercato. «Si rifaranno in estate», si era detto. E, invece, arrivata la bella stagione, il trend per così dire “al risparmio” – almeno quello delle big – non sembra essere cambiato più di tanto. A far più rumore, in questo senso, è l’inedita timidezza sul mercato del club che nell’ultimo decennio ha dominato la scena calcistica inglese (e non solo) dentro e fuori dal campo. Il Manchester City di Guardiola, dopo aver comunque già messo in bacheca il Community Shield battendo i cugini dello United, inizia questa nuova Premier League con un solo acquisto all’attivo, il brasiliano Savinho – esterno arrivato dal Girona nell’ambito di un’operazione da 25 milioni –, e con una sensazione generale che circonda l’ambiente assimilabile a quella dello stallo negli scacchi. Come se – ma questa è una semplice interpretazione – ci si stesse preparando a un’eventuale stangata che realisticamente potrebbe arrivare già a inizio 2025, all’esito di quel giudizio in cui il club di Manchester è chiamato a difendersi dall’accusa di aver violato 115 regole imposte dalla Premier.
City, c’è chi parla di retrocessione
Giudizio che dovrebbe iniziare entro fine settembre e durare circa 10 settimane. Un’ipotesi, fra l’altro, per nulla irreale considerando che il ventaglio di rischi a cui il club va incontro non lascia tranquilli. Tanto che i più pessimisti paventano addirittura la retrocessione. Ad alimentare ancor di più questa sensazione quasi di “smobilitazione”, o quantomeno di fine ciclo, è anche il fatto stesso che il club non abbia ancora nessuna conferma su chi sarà il tecnico nella stagione ‘25-26. Il contratto di Guardiola scadrà a giugno del 2025 e, per il momento, non sembrano esserci trattative in corso per un rinnovo, nonostante qualche giorno fa Pep abbia detto di non escluderlo del tutto. Con Guardiola, poi, quasi certamente andrebbe via anche il braccio operativo del catalano, Txiki Begiristain, il direttore sportivo che insieme al tecnico ha costruito l’ascesa di quello che un tempo era semplicemente l’altro club di Manchester. Chi potrebbe approfittare di questa sorta di confusione che circonda il City per interrompere la striscia di quattro Premier vinte consecutivamente? La logica, e non solo, dice Arsenal. Nelle ultime due stagioni, infatti, i Gunners sono stati i veri – a tratti i soli – antagonisti della squadra di Pep. Tanto che lo scorso maggio la Premier si era decisa solo all’ultima giornata, dopo una cavalcata gomito a gomito per tutta la stagione. Anche i Gunners non hanno fatto sfracelli sul mercato, sempre che l’acquisto di Calafiori (il riscatto di Raya era cosa già fatta già dallo scorso anno) per 45 milioni più 5 di bonus non si possa considerare tale. In ogni caso, con l’arrivo del difensore italiano, Arteta ha messo a posto una difesa che lo scorso anno, causa anche il grave infortunio occorso a Timber, si era rivelata numericamente in difficoltà. L’idea, poi, è anche quella di prendere un centravanti da almeno 20-25 gol: ed è per questo che il direttore sportivo Edu non ha mai smesso di guardare con interesse l’evolversi della situazione che riguarda Victor Osimhen.
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