Pozzo festeggia 80 anni e lancia il prossimo traguardo: “Rivoglio Udine in Europa”

Tiene il club in Serie A dal 1995 ed è andato tre volte in Champions. In 35 anni conti a posto, intuizioni e tanti talenti lanciati come Sanchez, Di Natale e l’ultimo gioiello De Paul

Francesco Velluzzi

25 maggio – Milano

L’ultima genialata è di due giorni fa: la sua Udinese, domenica sera, al rientro dalla trasferta di Milano con l’Inter, è stata interamente vaccinata. E questo fa capire quanto Gianpaolo Pozzo sia innanzitutto un profondo innovatore, sempre al passo coi tempi. Oggi, lontano dai clamori che, da schivo e vero friulano, non ha mai amato, festeggia gli 80 anni in famiglia in Spagna, l’altra terra che ama. Pozzo è avanti. Ogni giorno, nella vita da imprenditore e in quella da proprietario di un club di calcio che dal 1995 è in serie A. Lo ha preso in mano nel 1986, lo ha condotto 11 volte in Europa, ha scoperto talenti diventati campioni e li ha venduti a cifre folli, ma gestendoli, prima di tutto come un padre, quindi con tanto amore. L’ultimo è Rodrigo De Paul, argentino che porta il 10 sulle spalle, come il calciatore più amato, Totò Di Natale che all’Udinese ha regalato gol e magie. E, soprattutto, fedeltà.

Passato

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Ma prima di parlare del Pozzo calcistico, bisogna tornare al primo, all’imprenditore di successo, il primo friulano a sbarcare in Cina. Ha fondato, insieme ai fratelli, quella che viene considerata una referenza mondiale e leader nella produzione di utensili per il legno: la Freud (Frese Udinesi), punto di riferimento indiscusso per tecnologia industriale. Ha sviluppato stabilimenti in Spagna e in Australia, in Canada e negli Stati Uniti. Nel 2008, il Gruppo Freud viene acquisito da Bosch Power Tools che continua ad essere leader del mercato.

Calcio

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Ma dal 1986 Pozzo, innanzitutto tifoso, è nel calcio a capo dell’Udinese, club modello in cui ha coinvolto a tempo pieno i figli Gino e Magda, e ha sempre avuto accanto la moglie Giuliana, innovatrice come lui in campo benefico con la Fondazione “Udinese per la vita” e una tv non solo calcistica che proprio in questo 2021 festeggia i 10 anni di attività e ora copre tutto il Triveneto. Il paron è rimasto uno degli ultimi romantici del calcio, capace di elargire un premio doppio ai calciatori per una vittoria emozionante, ma pure di mandarli in ritiro quando vede (e vede ancora tutto) che le cose non vanno. I primi anni sono stati difficili: prese la squadra in Serie A, ma con l’handicap della penalizzazione, e campioni come Graziani, Collovati e Daniel Bertoni non bastarono a evitare la serie B. Un po’ di saliscendi. Fino al 1995, quando la A l’ha riconquistata definitivamente. Perché tuttora la mantiene salvandosi senza patemi. E nel corso degli anni la gestione di famiglia è arrivata a espandersi col meglio del calcio europeo: Spagna e Inghilterra. Dal 2009 al 2016 la proprietà del Granada, poi venduto ai cinesi. Dal 2012 il Watford, la vera forza che è salita in Premier League, ci è rimasta per cinque stagioni e quando è retrocessa, lo scorso anno, ha avuto la forza di risalire immediatamente.

Europa

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L’Udinese ha conquistato l’Europa per la prima volta con Zaccheroni nel 1997. Poi ci è arrivata altre 10 volte. In Champions è sbarcata nel 2005 con Spalletti, poi due volte ai playoff con Guidolin, il tecnico di Castelfranco Veneto che ha costruito fior di campioni, da Handanovic a Isla, da Asamoah a Pereyra, da Sanchez a Inler, da Zielinski a Benatia, ma sempre col sostegno dello zoccolo duro italiano: Di Natale, Pinzi, Domizzi, Pasquale. Con lui l’Udinese è arrivata terza nel 2012. Sapevate che nella bacheca di Pozzo c’è il trofeo Intertoto? Lo vinse nel 2000. Nella sua gestione sono stati ammirati e applauditi campioni come Amoroso e Bierhoff, Fiore e Giannichedda e gli amatissimi Balbo e Sensini.

Innovativo

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Il modello Udinese è apprezzato dappertutto e oggi la figlia di Gianpaolo, Magda ne parla ai convegni di Fifa e Uefa. Perché l’uomo da sempre è stato precursore di innovazioni tecnologiche. Nel 2006, infatti, ha commissionato al Cnr l’allestimento di apparecchiature per valutare il “gol non gol” e il fuorigioco, di fatto anticipando di un decennio quelli che ora tutti conosciamo come Goal Line Technology e Var. Qualche mese fa ha messo addosso ai presenti allo stadio uno strumento che permette di mantenere la distanza di sicurezza tra gli spettatori.

Stadio

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E nel 2016 ha realizzato il grande sogno: rifare lo stadio Friuli. Un gioiello con sole poltroncine tutte colorate e il mantenimento di un solo settore, la tribuna sotto l’arco dei Rizzi. Che era già coperta. Oggi lo stadio ribattezzato Dacia Arena, in nome del partner che dal 2009 è main sponsor del club, è invidiato da chiunque ed è in continua evoluzione come la testa di Gianpaolo Pozzo che vuole palestre, piscine, altri spazi. Per renderlo vivibile 365 giorni l’anno. Giovedì scorso la curva Nord è diventata hub vaccinale in collaborazione con Regione e Confindustria Udine. Il rapporto col territorio è la fissa del paron che domenica ha visto la squadra di Luca Gotti vaccinata. Oggi brinda agli 80 anni, ma ha ancora un sogno che ripete spesso: “Rivedere la mia Udinese in Europa”. Siamo sicuri che farà di tutto per uscire a riveder le stelle nel firmamento del calcio.

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