“Potrei restare con Galliani” Berlusconi non molla il Milan

21 novembre 2016 – Milano

“Se sarà il mio ultimo derby? Non credo”. La frase pronunciata da Silvio Berlusconi ieri sera all’arrivo a San Siro aveva spalancato gli scenari più disparati. E la lettura più maliziosa, ovviamente, era quella di un presidente nient’affatto pronto a cedere il timone del club. Anche perché negli ultimi giorni si erano rincorse diverse voci su presunte problematiche da parte della cordata cinese in vista del closing – dichiarato – del 13 dicembre. Poi, nella notte, all’uscita dall’hotel Bulgari dove ha cenato assieme a Galliani, Silvio ha fatto un po’ più di chiarezza: “Il closing è fissato per il 13 dicembre, crediamo che non ci siano ostacoli a ottenere le autorizzazioni dallo stato cinese e quindi pensiamo che avverrà nella data prevista. I nostri nuovi soci cinesi insistono in maniera molto determinata affinché io resti presidente”.

“NON NOMINEREBBERO UN PRESIDENTE” — Berlusconi ha poi continuato: “Io reputo però che restare presidente con una società altrui non sia una cosa da tenere in considerazione, e allora mi hanno offerto la presidenza onoraria, senza un presidente diverso da me. Quindi non nominerebbero il presidente. Penso che una situazione del genere potrebbe anche concretizzarsi, ma dovrei avere qualche possibilità di intervento. Per esempio, il sì o il no su acquisti e cessioni e anche sullo schema di gioco. Se questa cosa mi verrà attribuita, proverò ad accettare anche la presidenza onoraria. Abbiamo rassicurazioni molto precise anche dalle banche sul fatto che il 13 si chiuderà. Quindi aspettiamo il 13 e vediamo. Se non si sarà concluso vediamo cosa fare”. Poi un passaggio sulla solidità dell’offerta cinese: “Ci hanno dato assicurazioni valide. Ho ceduto a questa decisione con molto dolore, ed è dovuta al fatto che il calcio è diventato come il Monopoli, i milioni non contano nulla perché nel calcio sono intervenuti i soldi che arrivano dal gas e dal petrolio. Si è arrivati a giocatori che costano 94 milioni e che hanno una certa età e questo la dice lunga sulla distanza tra il mondo del calcio e tutte le altre attività”.

un pensiero a galliani — “Io spero proprio ci sia spazio per lui. Una delle condizioni che metterò è che io posso accettare la presidenza onoraria se ci sarà questo spazio. Cercherò di far accettare questa condizione. Io sono molto conosciuto in Cina. L’ultima indagine ha mostrato che i tre politici più conosciuti sono Obama, Berlusconi e Putin”. Lavori in corso, dunque. Per la società e anche per i gioielli rossoneri. Attenzione allora alle parole su Donnarumma, perché la domanda verte sul fatto che “Gigio non si tocca”: “E’ frutto del nostro vivaio e dei nostri allenatori veramente capaci. Ha messo su un mare di muscoli nell’ultimo anno ed è stato chiamato in Nazionale. Dietro di lui però c’è un altro portiere, con un anno di meno, che i preparatori dei portieri mi dicono essere altrettanto bravo. Quindi questo significa che bisogna credere nel vivaio”. Parole molto diverse da quando raccontava che Donnarumma “sarà il nostro portiere per i prossimi 20 anni”.
squadra italiana — Poi prosegue col suo cavallo di battaglia: “Se io non fossi riuscito, o se non riuscirò a concludere con i cinesi, avevo in mente il progetto di una squadra tutta italiana, di giovani, preferibilmente prodotti del nostro vivaio, e sono sicuro che i tifosi rossoneri avrebbero accettato una soluzione del genere e avrebbero fatto il tifo per questi ragazzi, che scendono in campo con una fame di pallone e di successo che può renderli in grado di vincere. Mi pare che in questa direzione stia andando l’Atalanta, che ha sette giovani degni di considerazione”. Infine, un accenno alla partita (“Risultato giusto, c’è stato equilibrio fra le due squadre, peccato essere stati raggiunti negli ultimissimi minuti, avevamo sperato di poter portare via i tre punti ed essere secondi”) e, per la prima volta, anche Montella finisce oggetto di considerazioni che i suoi predecessori conoscono molto bene: “Gli ho fatto i complimenti per il secondo posto, ma abbiamo alcune differenze nello schema tattico, perché io ho la convinzione che lo schema del Milan che ci ha portato a vincere per quasi trent’anni sia quello che prevede le due punte e una mezzala dietro le punte. Quindi io insisto con lui che lo schema sia questo e cioè che non ci siano due ali di ruolo, ma che queste due ali, entrambe dotate di buon tiro, permettano di avere due attaccanti più centrali. La coreografia a me dedicata? E’ stata un’emozione, mi ha colpito veramente, hanno lavorato quasi tre mesi, mi ha toccato il cuore”.

 Luca Bianchin-Marco Pasotto 

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