Pogba: “Le vicende extra campo hanno avuto un impatto sul mio corpo e sui miei infortuni”

È quanto il francese ha esposto nell’interrogatorio del 28 marzo in merito ai presunti sequestro ed estorsione, come riportato da L’Equipe

Gli infortuni di Paul Pogba trovano origine lontano dal campo. E più precisamente nel sequestro di cui è stato vittima lo scorso anno. A spiegarlo agli inquirenti francesi, durante l’ultimo interrogatorio del 28 marzo, è stato lo stesso centrocampista della Juventus, tornando sui fatti e cercando di ricostruirli per chiarirne al meglio la dinamica, come scrive oggi l’Equipe. Mentre il famoso stregone che Pogba considerava come un saggio smentisce di aver rivolto alcun sortilegio ai danni di Mbappé.

SOLDI

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Vittima di sequestro e tentata estorsione, Pogba racconta di aver inizialmente ceduto alle pressioni dei suoi aguzzini per paura. Paura per sé e per il suo entourage. Tra cui però conoscenze che lo mettevano sotto pressione, “colpevolizzandolo”, scrive l’Equipe che ha avuto accesso ai verbali. Il timore di Paul era che i malviventi che lo minacciarono la sera del 19 marzo del 2022 in un appartamento in periferia di Parigi, alla vigilia del ritiro con la nazionale francese, potessero vendicarsi sui suoi amici e familiari se non avesse consegnato 13 milioni di euro. Pogba riuscì a procurarsene in contanti solo 100mila, e si fece anche un selfie per provare di averli ritirati dalla banca. Poi li consegnò a un amico, implicato nel ricatto, che però smentisce.

INFORTUNI

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In ogni caso, il centrocampista ha spiegato di attraversare ancora una fase di ricostruzione personale: “A lungo questa storia l’ho tenuta per me, solo dopo mi sono confidato con qualcuno. Questa situazione ha avuto un impatto sul mio corpo e in particolare sui miei infortuni, e ne ho parlato con il manager della nazionale (Deschamps, ndr). C’è poi l’impatto psicologico, visto che ero convinto che potessero finirci di mezzo i miei amici e la mia famiglia”. A fine 2022, gli inquirenti francesi hanno interrogato anche Birame D., il cosiddetto marabutto di Pogba. Senegalese di 39 anni, Birame, soprannominato Grande dal clan Pogba, nega di essere un fattucchiere, ma si presenta come un uomo di religione, “un saggio”, secondo il centrocampista che gli finanziava investimenti di beneficenza in Africa: “Non ho mai parlato di Mbappé con Paul – ha spiegato Birame -, durante il Mondiale 2018, esaltandone le doti atletiche”. Niente stregonerie dunque, per limitarne le prestazioni in nazionale, a beneficio del rivale bianconero.

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