Poco spazio, tanta panchina: dalla Lazio all’Inter, il rapporto difficile tra Inzaghi e i giovani

Tra Roma e Milano, soltanto Cataldi è riuscito a imporsi davvero in prima squadra dopo essere stato lanciato dall’allenatore piacentino in biancoceleste: non solo Asllani e Bellanova, la panoramica

“Simone, oggi giochi tu”. Fuori Rizzitelli che arriva dal Bayern, dentro Inzaghi che rientrava da un prestito in Serie C. La cavalcata dell’attuale allenatore dell’Inter in Serie A è nata così, con un’intuizione di Beppe Materazzi che l’aveva seguito nelle amichevoli precampionato. Era l’estate 1998 e Simone veniva da una stagione con 10 gol nel Brescello. Alla prima giornata di Serie A, nel Piacenza gioca (e segna) lui. La fiducia aumenta, il minutaggio pure, a fine stagione sono 15 centri in 30 partite e la Lazio decide di portarlo a Roma.

Poco spazio

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A quei tempi, Inzaghi aveva 22 anni. Gli stessi di Raoul Bellanova, uno in più rispetto ad Asllani. Per loro, nell’Inter di Simone c’è poco, pochissimo spazio. A febbraio il terzino (307 minuti in stagione) non ha mai giocato, mentre il centrocampista è riuscito a ritagliarsi appena un minuto. Asllani è arrivato dall’Empoli per 14 milioni, eppure finora è sceso in campo dall’inizio solo in tre occasioni. Persino Gagliardini, destinato ad andare via a parametro zero, è stato impiegato più spesso (639′ contro i 555′ dell’albanese). Non è andata meglio a Carboni (5 presenze e 24 minuti), mentre Zanotti è subentrato nel recupero di Inter-Lecce.

L’erba del vicino…

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In un’epoca in cui la Serie A ha meno risorse rispetto agli altri campionati europei, la valorizzazione dei giovani rappresenta uno step dal quale tutti i club devono provare a passare, tanto per ragioni tecniche quanto per questioni… di cassa. Il Milan di Pioli schiera dal 1′ Tonali e soprattutto Kalulu e Thiaw, che prima di diventare rossoneri erano praticamente sconosciuti. Mourinho non può più fare a meno di Zalewski e sta gradualmente lanciando Bove, Volpato e Tahirovic, mentre Allegri – oltre ai costosissimi Vlahovic e Kean – è riuscito a dare spazio anche a Fagioli e Miretti, più i vari Soulé, Iling-Junior e Barrenechea…

I precedenti

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Da quando è diventato l’allenatore dell’Inter, Inzaghi non ha mai fatto… il Materazzi. Lo scorso anno ha concesso appena 8′ a Zanotti e altri 33′ a Satriano, il promettentissimo Casadei è stato venduto a peso d’oro al Chelsea, pur non avendo mai debuttato con l’Inter. Anche alla Lazio, il copione era lo stesso. La storia d’amore tra Simone e i giovani calciatori, a Formello, è durata pochissimo. Nel 2016 Lotito l’ha promosso dalla Primavera alla prima squadra e Inzaghi si è portato dietro alcuni dei suoi fedelissimi. È il caso di Murgia (592′ nel 2017), Cataldi e Lombardi, più tanti altri che hanno giocato in Serie A per qualche giro d’orologio.

Ai margini

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Già nel 2017-2018, la è musicata cambia radicalmente. Murgia è diventato un punto di riferimento, mentre Palombi, Crecco e Miceli (gli unici giovani impiegati) hanno collezionato complessivamente meno di 500 minuti. Tra il 2019 e il 2021, soltanto quattro Under 22 hanno giocato con la sua Lazio per più di 45 minuti: si tratta del portiere Guerrieri (titolare per una volta in Serie A), di Adekanye che arrivava dal Liverpool, di Bruno Jordao e di Pedro Neto. L’ultimo nel 2019 è andato al Wolverhampton in cerca di fortuna: adesso è titolare in Premier League, gioca con CR7 in nazionale e vale più di 30 milioni…

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