ROMA – Cosa si intende per «scelta tecnica»? Nell’accezione più generale, significa utilizzare un giocatore più bravo di un altro. Diritto/dovere di ogni allenatore. Nel caso Dybala però Daniele De Rossi ha racchiuso un concetto più ampio nel motivarne l’esclusione: lui e solo lui ha il polso della situazione, guardando gli allenamenti e confrontandosi con le persone. Nessuno gli ha imposto dall’alto di lasciarlo fuori. È stato il caposquadra a immaginare una gestione diversa, magari part-time come a Cagliari, nell’interesse di un gruppo che dovrà abituarsi ad andare avanti in autonomia.
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La scelta di De Rossi su Dybala a Cagliari
È stato un rischio calcolato. Sarebbe stato più facile lasciarlo a casa, non convocarlo per la prima di campionato, come ha fatto il Napoli con Osimhen. Nessuno avrebbe potuto contestargli la decisione, che sarebbe stata giustificata dagli sviluppi di una trattativa di mercato molto avanzata. Invece De Rossi ha cercato una soluzione intermedia, pur sapendo che aveva molto da perdere. Se la Roma avesse steccato – in parte è poi accaduto – i tifosi si sarebbero domandati come sarebbe finita con Dybala in campo dall’inizio. Se Dybala avesse risolto la partita in 25 minuti con una magia – sarebbe successo se Dovbyk fosse stato più preciso in area – avrebbe alimentato i rimpianti di una cessione dolorosa. Ma De Rossi ha pensato soprattutto a vincere la partita e ha ritenuto che, vista la delicatezza del momento, fosse più ragionevole battere il Cagliari lanciando Dybala quando l’avversario aveva ormai esaurito le energie.
L’umore di Dybala e la coesistenza con Soulé
Paulo da parte sua ha accettato la valutazione e si è messo a disposizione dei compagni. In particolare dell’amico Soulé, con il quale ha palleggiato a lungo durante il riscaldamento alla Domus, e per il quale si è messo le mani nei capelli a inizio ripresa a bordo campo, quando Scuffet ne aveva deviato in angolo il tiro. Per ciò che si è visto domenica sera, Dybala non sembrava un professionista distratto dal futuro. Altro discorso è il feeling tattico con Soulé, che non sembra a suo agio quando parte da sinistra. A Cagliari, anche per la stanchezza, il più giovane degli argentini è uscito di scena quando ha cambiato fascia. D’altra parte su questo tema era stato chiaro a parole, subito dopo essere arrivato a Trigoria: «Preferisco giocare a destra o sottopunta o mezzala». A sinistra, mmm. Ma il dubbio sulla coesistenza non avrà più senso, se Dybala andrà via.
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