Pochettino svela la classifica del Pallone d’Oro

Il futuro di Mbappé rimane incerto tra l’opzione affascinante del Real Madrid e la possibilità di rinnovare con il Psg. Il contratto del francese scade nel giugno 2022, attualmente c’è il rischio concreto che la Kylian lasci Parigi a parametro zero, ma Pochettino spera in un cambio di idea: “Mbappé è tranquillo, non ho dubbi sulla sua professionalità, è abbastanza maturo per gestire certe situazioni. Per il suo futuro prenderà la decisione che deve prendere e la società farà tutto il possibile per trattenerlo perché parliamo di uno dei migliori giocatori al mondo, con un grande potenziale e di appena 22 anni. Il club cercherà di convincerlo e sedurlo perché resti e da allenatore sarei felice se rimanesse qui per molti anni. La sua intervista? Ha comunicato quella che era la sua posizione di qualche mese fa ma questo può cambiare in futuro. Il Psg ha la speranza e la capacità per sedurlo e offrirgli quello di cui ha bisogno per essere felice qui, poi starà a lui decidere. Il suo contratto scade il 30 giugno 2022 e fino ad allora c’è la possibilità che cambi idea”, ha detto a Cadena Cope. 

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Pochettino e la sua classifica per il Pallone d’Oro

Pallone d’Oro a Messi? Anche se non lo allenassi, nessun dubbio. Metterei poi al secondo posto Lewandowski e al terzo Cristiano Ronaldo, che è impressionante per mentalità, passione e amore per il calcio”, ha aggiunto Pochettino. E a proposito del clamoroso arrivo della Pulce, ha raccontato: “Mi chiamò Leonardo e mi disse: ‘C’è la possibilità di prendere Messi, ti piace o no?’. Pensavo che scherzasse… Ogni notte mi chiamava per aggiornarmi sulla situazione”.

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Sogno Champions

“Ma la Champions deve essere un sogno, non un obbligo. Nel calcio si deve giocare per il desiderio e il sogno di vincere delle cose, non per dovere. Al Mondiale 2002, in piena crisi argentina, ci siamo caricati il peso di essere l’unica via per dare una gioia alla gente e questa spinta emotiva ci ha fatto cadere, tanto che siamo usciti nella fase a gironi. Quando ci sono degli obblighi, il talento si riduce. Dobbiamo estraniarci e creare una bolla in cui il desiderio sia più grande del dovere. Siamo fra i candidati alla vittoria ma la squadra da battere resta il Chelsea perché campione in carica”, ha concluso.

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