Più libero e… altruista: tra i top d’Europa c’è un nuovo Barella

Tra i mediani solo Pogba regala più passaggi. Con Inzaghi in panchina Nicolò sta cambiando pelle

Se il Polpo sta giocando il suo personalissimo sport oltre Manica, Nico si accontenta felicemente di essere il primo degli umani. Nicolò Barella è il secondo miglior centrocampista d’Europa, almeno a soffermarsi alla voce assist, quelli veri che sgorgano da azioni e non da calci piazzati. Ne ha impacchettati quattro, ha fatto felice i compagni e Inzaghi, e pazienza se Paul Pogba nella Manchester rossa si è arrampicato già alla quota irreale di sette, anche lui senza mai passare da palla inattiva. Benzema (6) sta, invece, davanti a tutte le punte del Continente. A dirla tutta, l’ex Cagliari ne poteva aggiungere pure un altro se a Firenze Lautaro avesse trasformato in rete un altro suo passaggio radente.

La congiunzione

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In quel momento, entrambi si sono messi le mani nei capelli, un po’ per incredulità e un po’ per disperazione, ma per Simone non era certo la fine del mondo: conta più che un Barella così non si era mai visto, tanto altruista quanto decisivo. Se ai passaggi si aggiunge pure il golletto al Bologna, si arriva a cinque reti a cui ha partecipato: mai il ragazzo aveva iniziato così, mai dai tempi di Ibra 2007-08 un interista aveva messo il becco in un gol a partita nelle prime cinque. Più in generale, in questa partenza brillante dell’Inter p.C., post Conte, è proprio il mediano azzurro l’elemento di continuità. L’anello di congiunzione tra un passato luminoso e un futuro che inizia a brillare alla stessa maniera. Semmai, nel nuovo sistema più che da assaltatore specializzato l’ex Cagliari si sta facendo apprezzare come rifinitore: nell’area avversaria non piomba furtivo come un avvoltoio, ma pianta le tende assieme ai compagni. I nerazzurri adesso praticano meno l’arte dell’attesa e, almeno in partenza, provano a costruire in maniera più continua: da lì la pioggia di gol finora caduti e, di conseguenza, anche quella di assist. Al numero 23 è bastato un mese per arrivare a 4 assist e l’impressione è che quella cifra si ingrosserà presto, ben oltre il risultato della scorsa stagione: nel 2020-21, l’anno in cui Barella ha finalmente conosciuto il dolce sapore della vittoria, gli assist su azione erano stati sei in 36 presenze. Il cambio di passo è piuttosto evidente.

Nuova vita

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L’Europeo ha restituito un Nicolò differente e non solo per la giocata circense contro il Belgio dell’amico Romelu. In realtà, spremuto da un anno di “contismo” radicale, l’azzurro non ha forse dato in estate la miglior versione di sé, ma si è comunque affermato come uno dei migliori nella professione del centrocampista. Insomma, lo status è cambiato e, prima o poi, l’Inter lo riconoscerà nei fatti: da un lato quella fascia si arrotolerà al suo braccio nel post-Handa, dall’altro arriverà un nuovo contratto blindato. Al momento la data di scadenza è 2024 e l’ingaggio 2,5 milioni, ma entro un mese il club convocherà il suo agente, Alessandro Beltrami, per entrare nel nocciolo della discussione. L’argomento è in evoluzione, come il ruolo dello stesso Nico: questa nuova vita da assist-man non nasce, infatti, per caso e certi numeri rotondi aiutano a spiegarlo. Quest’anno la sua media di palloni toccati nell’area di rigore è è di 2,83 a partita, quasi uno in più rispetto alla scorsa stagione. In un sistema più meccanizzato, Barella aveva spesso la rigida consegna di allargarsi a destra per liberare l’energia di Hakimi. Adesso invece, concessa più di libertà da Inzaghi, eccolo là, più verticale e perfino più incisivo: non sarà ancora come il Polpo, ma poco ci manca.

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