Ha lasciato l’Olimpico con in mano il premio di migliore in campo. C’era la sua famiglia allo stadio, ma anche il procuratore Giorgio Ghirardi e l’ex compagno Darboe. C’erano i romanisti, soprattutto i più piccoli, che lo aspettavano e gli hanno regalato il primo – vero – bagno di folla. D’altronde, quella di Niccolò Pisilli è un po’ una favola: nasci romanista con il mito di Dybala, entri per la prima volta in una partita internazionale con la maglia della Roma, davanti a Dybala seduto in tribuna, e segni sotto alla Curva Sud. Facendo quasi scoppiare a pingere un signore che si chiama José Mourinho. E, ancora: segni il primo gol in Serie A al termine di una partita complicatissima, regalando alla Roma una domenica di pace e serenità come, ad un certo punto, sembrava impossibile. Fai esultare come un pazzo Juric e forse chissà, dall’Islanda anche quel Daniele De Rossi che ha avuto il cuore e la testa di buttarti lì, in mezzo al campo, titolare a Torino. Perché Pisilli è così: il bambino di Mou, 20 anni appena compiuti, sta diventando grande. E unisce tutti: Mourinho, De Rossi, Juric e persino Di Francesco che gli fa i complimenti e poi aggiunge: “Aiutatelo a crescere”.
Chi è Niccolò Pisilli, tutti i segreti
Cresciuto nel benessere di Casal Palocco, il quartiere più battuto dai giocatori della Roma, a inizio mese è stato scelto da Daniele De Rossi come titolare in casa della Juventus. Tanta roba per questo ragazzo iscritto all’università di Scienze Motorie perché «non si sa mai cosa può succedere, per esempio a me piacerebbe fare il vostro lavoro: il giornalista». Forse, se non avesse firmato un contratto da professionista fino al 2026 poco prima di esordire in Serie A contro l’Inter, avrebbe scelto la facoltà di Scienze della Comunicazione. Ma quando gli hanno spiegato che aveva la stoffa, che poteva farcela, Niccolò ha accettato di concentrarsi (quasi) solo sul calcio. Lo dimostra l’estate incredibile che ha vissuto nel 2023: prima il Mondiale Under 20, dove è arrivato in finale, poi l’Europeo Under 19, vinto da protagonista con l’Italia di Alberto Bollini. Anche per questo ha dovuto pazientare prima di provare il nuovo debutto con la Roma. Nato nel 2004 come Pagano (un altro che piaceva molto a Mou), Pisilli ha faticato a entrare in forma perché ha saltato le vacanze e si è allenato con Mourinho solo dal ritiro in Portogallo, per poi ondeggiare tra la Primavera e la prima squadra. Inoltre scalare le gerarchie non era facile perché oltre ai sei centrocampisti “grandi”, che avevano la precedenza, lo stesso Pagano si era dimostrato più pronto negli allenamenti. Ma la serata di Europa League ne ha modificato le prospettive: Pisilli è una mezzala che vede molto bene la porta avversaria, grazie alla capacità di inserirsi e all’abilità nella finalizzazione. De Rossi lo seguiva tanto in allenamento, gli dava consigli fuori dal campo, ha voluto tenerlo a dispetto di tutto e tutti visto che la società sembrava intenzionata a spedirlo in prestito a Monza.
Pisilli, la sua storia nella Roma
Entrato alla Roma all’età di 9 anni, come documenta una foto di lui bambino con la fascia di capitano, Pisilli viene da una famiglia abituata allo sport: suo padre Francesco, tifoso juventino, gli ha trasmesso la passione per il tennis, avendo giocato a buoni livelli. Oggi è dirigente di banca. La madre invece si chiama Valentina e fa la psicologa. Niccolò ha anche un fratello maggiore, Matti, e con loro forse festeggerà stasera. Ma senza fare tardi: “Perché domani abbiamo allenamento“.
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