Pisa, Gattuso furibondo con la società: “Ora basta! Mi scatta l’ignoranza”

PISA – Gennaro Gattuso furibondo dopo il pareggio a reti inviolate col Frosinone. L’allenatore del Pisa pretende chiarezza dalla società, liquida il neoarrivato Anellucci e agita lo spauracchio scommesse: “Ci sono persone in grande difficoltà, persone per cui gli arretrati sono importanti. In questa situazione io non posso parlare di calcio giocato, e anzi devo far finta di non vedere, devo sopportare: ma del resto, non posso infierire, rimproverarli perché non fanno le cose alla perfezione. È gente che lavora senza contratto, e anche il mio staff non prende rimborsi spese da tempo: fino a quando può durare tutto questo?

Da mesi si parla di nuovi assetti societari, si fanno nomi, ma nel frattempo si lasciano i problemi lì, in attesa che qualcuno li risolva. Ci trattano come sprovveduti, ma io non sono così. Io mi sveglio al mattino e lo faccio con amore, e per questo mi sono pure scontrato con i giocatori, da due giorni sono muso a muso con loro. Non voglio sentire alibi da parte loro. Ma allo stesso tempo non posso permettermi di mettere il muso con i dipendenti, perché non voglio rovinare il rapporto con loro: senza il rapporto umano con loro non ha nessun senso continuare”.

Le parole più dure Gattuso le riserva alla presidenza Petroni: “Deve sistemare le cose: io sono disposto a sedermi a un tavolo e discutere 4-5 punti, di cui lui è perfettamente a conoscenza. Ma lo deve fare, altrimenti lui nello spogliatoio non ci mette più piede, perché devo morire io, mi devono portare via da lì dentro. Muoio io, e lui può entrare. Ma fino a quando sono vivo non entrerà nè lui nè nessuno: prima deve sistemare le cose da sistemare. Non può presentare tutti i giorni nuove persone e nuovi assetti societari: metta a posto i dipendenti senza contratto, metta a posto le pendenze coi giocatori, metta a posto tutte le cose di cui si parla e si scrive”.
“Dicono che è tutto a posto ma non c’è a posto niente. Sempre comunicati, tutti i giorni: chi è l’ultimo arrivato? Quell’Anellucci… Un procuratore che viene in società: cosa viene a fare? Non ne abbiamo bisogno, di procuratori. Viene a fare Il direttore sportivo? Non ne abbiamo bisogno. A che stiamo giocando? I ragazzi possono avere l’onore di sedersi a parlare con la proprietà, con me vicino, e parlare dei problemi presenti per poterli risolvere?”. La parte più ombrosa però deve ancora arrivare: “Lo dico anche a chi controlla: chi è che materialmente controlla il tutto? Sento parlare da tanti anni del problema delle scommesse: ebbene, chi controlla? Bisogna controllare! Perché poi succedono cose strane. Non basta parlare e fare comunicati. Ma la situazione è pesante: oggi non volevo preparare nemmeno la partita, perché non ce la fanno più, non mi ascoltano, cosa gli posso dire dal momento in cui non prendono lo stipendio?”.
E ancora: “Sabato giocheremo a porte chiuse, spero arrivino 20 mila persone a urlare da fuori dai cancelli. Qualcuno si dimentica che dobbiamo giocare ancora 37 partite: ma quanto possiamo continuare a reggere? Certe volte mi chiedo chi me lo fa fare: la passione fa fare tante cose inimmaginabili, ma le problematiche sono tante, metti una toppa e si apre una fontana. Non so come fare: non vorrei nemmeno sbroccare così, per non passare per quello che butta benzina sul fuoco. Ma bisogna essere chiari e obiettivi. Ora l’aspetto fondamentale sono i giocatori: non posso rompere gli equilibri coi ragazzi, non mi va di parlare ogni giorno di vicende extracalcistiche. Io do ragione ai ragazzi, ma bisogna intervenire in fretta. L’alternativa è andare a casa e non far scendere in campo i giocatori”.

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