Il battesimo del fuoco. Per Stefano Pioli, il 20 novembre, sarà come fare un salto indietro nel tempo di oltre due anni: la sua mente tornerà sicuramente al 31 agosto 2014, quando esordì sulla panchina della Lazio a San Siro contro il Milan. Certo, stavolta, il sapore sarà diverso: dopo una gavetta durata 12 anni, debutterà finalmente sulla panchina di una big tradizionale. Oltretutto, nella sfida più sentita. Quella volta, l’inizio non fu proprio dei migliori: finì 3-1 per i rossoneri di Inzaghi. I tifosi nerazzurri, però, metterebbero la firma per concludere, a maggio, come quella Lazio: qualificata ai preliminari di Champions League dopo una grande cavalcata. Al di là delle coincidenze, però, la curiosità maggiore dei tifosi dell’Inter, adesso, è cercare di capire come il nuovo tecnico proverà a rilanciare la squadra. Quale modulo utilizzerà, insomma, Pioli? Proviamo a farci un’idea dalle sue esperienze precedenti.
4-3-3 — In quella prima gara a San Siro del campionato 2014-15 (e per tutto il prosieguo della stagione), Pioli presentò la Lazio con il 4-3-3. Rispetto alle esperienze nerazzurre di De Boer e Vecchi, dunque, almeno a livello di numeri, non cambierebbe nulla. L’approccio, però, dovrebbe essere diverso: quattro difensori in linea (uno più bloccato, uno più di spinta), un regista in mezzo (Banega?) affiancato da due giocatori dinamici e d’inserimento (Joao Mario e Brozovic?) un centravanti (Icardi) e due ali (Perisic e Candreva?). Le incognite riguarderebbero la posizione di Banega (non ha praticamente mai giocato in carriera in quello spot) e il rapporto con Candreva: l’ultima stagione alla Lazio il tecnico e il giocatore l’hanno vissuta con freddezza, dopo la scelta di Pioli di consegnare la fascia di capitano a Biglia.
ALTERNATIVE — Un’altra scelta, utilizzata nella scorsa stagione alla Lazio, è il 4-2-3-1. In questo caso, a star fuori sarebbe uno dei due centrocampisti d’inserimento (Brozovic?) a vantaggio di Medel e di un equilibrio maggiore. Di difficile attuazione, invece, almeno a breve termine, il 3-4-2-1 visto nell’esperienza di Bologna: al di là della mancanza di un terzo difensore centrale affidabile, restano dubbi anche sulla capacità di Perisic e Candreva di poter ricoprire tutta la rispettiva fascia di competenza. Un dato, però, non va sottovalutato: con questo schieramento, Pioli, nel 2011-12, rese il Bologna la miglior difesa del campionato.
incognita nazionali — Probabile, comunque, e forse inevitabile che Pioli sia costretto a ripartire dal lavoro dei suoi predecessori. La sosta per gli impegni delle nazionali, infatti, lo priverà di ben 13 giocatori, 5 dei quali (Nagatomo, Murillo, Miranda, Medel e Banega) torneranno a disposizione solo tra il mercoledì pomeriggio e il giovedì precedenti la sfida con il Milan. Un inizio in salita, ma, d’altronde, Pioli ha imparato ad uscire alla distanza.