Pioli sprona ancora il Milan: “Ora festa, poi alziamo l’asticella”

Pioli: “Prima persona che ho chiamato è stata mia mamma”

La famiglia, gli affetti. Pioli non li ha scordati neanche dopo l’estasi di Reggio Emilia, a scudetto appena vinto: Ho chiamato mia mamma. Non che non l’abbia voluta allo stadio, ma non se l’è sentita di venire e la capisco; poi erano tutti allo stadio e ho chiamato a mia mamma, era giusto così. Sa che ho vinto qualcosa di importante. Era felice. Da bambino sognavo di fare il calciatore, da calciatore sognavo di fare l’allenatore. Ho fatto tutto quello che desideravo. Credo che la cosa più bella per una persona sia far diventare la propria passione un lavoro; i miei genitori mi sono stati sempre vicini, con tre fratelli e mio padre che faceva il doppio lavoro. Una famiglia come tante con la passione per il pallone”.

Pioli: “Non è che non sento i giudizi, ma non è vincente solo chi vince”

Spesso bersagliato dalla critica prima di portare il Milan alla vittoria, Pioli spiega: “Non è che non ci abbia mai fatto caso a ciò che si diceva fuori, ma secondo me è sbagliato considerare vincenti solo gli allenatori che vincono qualcosa, ma bisogna considerare coloro che raggiungono l’obiettivo per il quale sono stati messi sotto contratto. Io tante volte ho fatto bene, poi per vincere ci vuole un insieme di cose, cominciando da un club e giocatori di un certo livello. Io le ho avuto e ho approfittato dell’occasione”.

Pioli: “Ringrazio tutti, dal club ai dirigenti. Io ho messo tutto nel lavoro”

Pioli si sente di ringraziare proprio tutti: “Grazie al Club, a Maldini e Massara che mi hanno scelto, ai dirigenti che mi hanno sostenuto anche nei momenti delicati; tra noi si è creata subito sinergia che ci ha permesso di dialogare e discutere spesso, permettendoci di migliorare la squadra. E grazie ai giocatori: senza giocatori di talento non si può vincere un campionato così difficile. Ho messo tutto tutto nel mio lavoro. Da quando sono al Milan sento qualcosa dentro di diverso. Ho messo in campo tutti i giorni il massimo impegno, la massima volontà e la massima passione. Solo così che si può fare un percorso così continuo”.

Pioli: “Questo Milan mai appagato, non volevamo il secondo posto”

Ecco il discorso dell’inizio, un Milan che non è parso mai accontentarsi: “Merito va al mix nel gruppo squadra: ci sono gli esperti con una mentalità incredibile, come Ibra, Kjaer e Olivier, che vogliono vincere sempre, anche nel quotidiano, accompagnati dalla gioventù degli altri calciatori che volevano migliorare. Noi dal primo giorno volevamo migliorare il risultato dell’anno scorso. Chiedevo ai miei giocatori se sarebbero stati contenti di finire ancora secondi. Non saremmo stati contenti. Questa è stata l’ambizione e la motivazione che ci ha spinto a migliorare giorno per giorno”.

Pioli: “Tonali e Leo? L’occhio dell’allenatore”

Due talenti sbocciati completamente quest’anno e decisivi per lo scudetto, Tonali e Leao. Qui Pioli si prende il merito: “È l’occhio di un allenatore. Al primo allenamento li ho visti, mi sono girato verso i miei collaboratori e ho detto loro: ‘Porca miseria’. Lì è scattato qualcosa… Ma succede coi giocatori giovani, di talento e con grande disponibilità. E ho trovato veramente giocatori intelligenti, non permalosi. Io sono un rompi… Loro sono stati bravi a capire l’obiettivo. Li ho trovati cambiati dopo la vacanza. Probabilmente ne avevano bisogno per capire tante cose”.

Pioli: “Capisco adesso qual è stato il nostro percorso”

Concentrato prima, frastornato poi. Ora Pioli ritrova un po’ di lucidità: “Sto comprendendo adesso quello che è stato il nostro percorso e ciò che possano aver immaginato i tifosi. È un’emozione incredibile sentire il coro su di me. Ma la cosa più bella è averlo fatto quando ancora non avevo vinto niente… Al di là dei luoghi comuni, i tifosi sanno riconoscere la qualità e la serietà di chi lavora nel proprio club. E questo è il ringraziamento più grande, anche più dei titoloni di questi giorni. Quel coro mi riempie di energia e di orgoglio”.

Pioli: “Vogliamo tornare in Europa al ruolo che ci meritiamo”

Ora si fa festa, dunque, ma poi bisognerà tornare sul pezzo: “Ora festeggiamo, ma poi dobbiamo pensare di alzare l’asticella e di far meglio l’anno prossimo. Abbiamo scritto una storia in un Club che ha un passato glorioso e noi vogliamo tornare ad essere competitivi con continuità sia in Italia che in Europa. Il fatto di avere giovani così motivati e esperti così competitivi mi fa ben sperare”. L’esperienza della Champions passata può aiutare: “Molto della crescita della squadra è arrivata tramite l’esperienza del girone di quest’anno. Abbiamo capito qual’era il livello e dove vogliamo arrivare. Certo, nel girone abbiamo trovato squadra fantastiche, tra cui il Liverpool finalista. Questo ci ha motivato. Abbiamo fatto due prestazioni non positive contro il Porto, ma con ciò abbiamo capito quanto sia diversa l’intensità e la qualità del calcio europeo. L’obiettivo è competere anche in Europa con formazioni molto forti. Chiaramente la Champions è un livello altissimo, probabilmente essere in prima fascia ci aiuterà, ma è chiaro che dobbiamo pensare di essere molto forti e competitivi per passare il girone”.

Pioli: “Bello sentirsi amati”

Chiude ancora con i sentimenti il tecnico del Milan: “E’ una cosa fantastica sentirsi amati e mi gratifica tanto. Mi sto gustando e assaporando tutte le emozioni perché nella vita passano velocemente. Da domani penseremo alla prossima stagione, parlando con Maldini e Massara per capire dove e come poter intervenire. Però ora gustiamoci tutti insieme perché abbiamo fatto una grande cosa, tutte le componenti. Diamo il via alla festa”.

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