Pioli show tra aneddoti e retroscena: la regola per i giocatori ai mondiali e la videochiamata a Giroud

Mondiali, la “regola Pioli”: videochiamate alla fine della partita

L’attualità stretta riguarda però il Mondiale. Pioli ha rivelato di non lasciare nulla al caso e di avere imposto ai giocatori del Milan presenti in Qatar di chiamare il proprio allenatore al termine di ogni partita, per effettuare una sorta di “diario” quasi quotidiano e tenerlo informato sulle loro condizioni: “Ho dato una regola ai giocatori al Mondiale, possono stare tranquilli ma hanno l’obbligo di chiamarmi alla fine di ogni partita, così da raccontarmi come stanno“. Tra i rossoneri più in vista, Olivier Giroud, fresco di primato di gol nella storia della nazionale francese: “Olivier è in un momento psicofisico ottimale, ha affrontato questo Mondiale in grande forma – ha detto Pioli – Sono contento per lui e anche per Theo Hernandez”. E a proposito di telefonate, riecco l’aneddoto sulla videochiamata con il centravanti prima di approvarne l’arrivo al Milan: “Mi bastarono un paio di videochiamate prima che arrivasse per capire l’uomo, poi è un grande giocatore. Lavora per la squadra, fa gol. Ero convinto che il club avesse preso un grande giocatore. Un bellissimo ragazzo. Motivato, sereno. Raccoglie tutte le caratteristiche di un leader. Meglio che torni prima o vinca? Sempre meglio allenare giocatori felici e motivati. Kjaer è tornato deluso, per esempio“.

Il Milan e il futuro di Leao: la fiducia di Pioli

Capitolo nel capitolo riguardante i giocatori al Mondiale quello su Rafa Leao, che sta faticando a trovare spazio nel Portogallo, ma che dal Qatar ha aperto al rinnovo con il Milan: “Il Portogalo ha una rosa di qualità altissima, è difficile dire dall’esterno perché Rafa giochi poco. Di sicuro è un giocatore con un potenziale incredibile. Da quando è con noi è cresciuto molto anche a livello di personalità, ma credo possa fare ancora un altro salto per diventare un campione. Il rinnovo? Due cose sono sicure: che lui sta bene con noi, e la proprietà e Rafa stanno parlando. Aspettiamo buone notizie“. Fatto sta che, per il Milan come per tutte le altre squadre non solo italiane, la ripresa dell’attività dopo la lunga pausa autunnale sarà un punto interrogativo: “Per chi ha potuto rifiatare penso che la sosta si rivelerà positiva, perché chi non era al Mondiale arriverà a gennaio in ottime condizioni fisiche e mentali. Chi invece ha giocato al Mondiale è un punto interrogativo. Può esserci, sulla carta, un piccolo vantaggio per chi ne ha visti partire meno, ma è tutto da vedere“.

Pioli sfida il Napoli: “Per lo scudetto non è finita e attenzione alla Juve”

Il campionato è stato per il momento dominato dal Napoli di Luciano Spalletti. Pioli elogia la marcia degli azzurri, ma è tutt’altro che deciso ad abdicare nella corsa allo scudetto, alla quale iscrive anche la Juventus:Il Napoli ha qualità in tutti i reparti, è una squadra allenata molto bene da un grande tecnico. Contro di loro abbiamo giocato una buona partita, non meritavamo di perdere, ma loro sono stati bravi. A inizio anno penso nessuno pensasse che una squadra che aveva perso Insigne, Fabian, Mertens e Koulibaly fosse subito così competitiva, comunque il campionato è ancora molto lungo. Il livello delle squadre medie si è alzato, si fa fatica in tutti i campi. La Juventus? Hanno fatto questi risultati senza Di Maria, Pogba, Chiesa. Il loro organico è tra i primi del campionato”. Sugli obiettivi della stagione e sugli ottavi di Champions contro il Tottenham:Vogliamo dare continuità allo scudetto vincendo almeno un trofeo tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. La Champions? Contro il Tottenham sarà dura, Conte è uno degli allenatori più difficili da affrontare insieme a Conçeicao del Porto”.

“L’esonero di Palermo? Lo seppi dai magazzinieri…”

Infine, dopo un appello per il tempo effettivo (“Allungare il recupero non è la soluzione, non capisco perché non si faccia il tempo effettivo: due frazioni da 30 minuti”), una battuta sui propri modelli e poi via di aneddoti sul passato da calciatore e su un esonero doloroso: “I miei modelli da allenatore? Guardo tutti, se devo fare tre nomi dico Guardiola, Nagelsmann e Klopp. Ognuno ha una caratteristica fondamentale; se vuoi guardare la verticalità, guardi Klopp. Guardiola è quello più moderno per la lettura degli spazi. Platini lo “allenavo” in allenamento, si divertiva a giocare contro di me perché come minimo mi faceva un tunnel ogni volta. Michel era un campione, ma in quella Juve ho vissuto un ambiente di altissimo livello, con campioni veri, dentro e fuori. È stato molto importante per la mia crescita. Gli esoneri sono una mazzata perché ti impediscono di portare a termine un lavoro. Tutti quelli che ho subito li reputo ingiusti a parte quello di Palermo. Venimmo eliminati ai preliminari di Europa League contro il Thun, io non mi ero inserito bene nell’ambiente. Dovevamo giocare la prima a Novara sul sintetico, ricordo che appena finito l’allenamento per prepararci su quel terreno di gioco venni avvisato dello sciopero e che la prima non si sarebbe giocata. Organizzammo un’amichevole col Napoli, perdendo. Tornati a Palermo, al centro sportivo, trovo tanti giornalisti all’ingresso. Non sapevo ancora nulla. Appena dentro, i magazzinieri mi abbracciano, e allora capisco qualcosa. Poi mi chiama il presidente. Dopo un aperitivo mi ha detto tutto: ‘Se non ti esonero oggi, succede alla prossima partita’. Gli ho dato ragione, non mi stavo inserendo. Del presidente Zamparini ho un bel ricordo, fu correttissimo con me“.

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