Pioli: “Mancano sette punti per l’impresa. L’Inter? No, ieri ho guardato Alcaraz…”

L’allenatore rossonero verso la sfida di Verona: “Come noi, l’Hellas segna di più nei primi minuti ma la partita sarà lunga. La presenza di Ibra importante, può essere decisivo”

dal nostro inviato Marco Pasotto

7 maggio – Milanello (Varese)

Parlare di scudetto oggi – situazione chiaramente inevitabile – significa percorrere un ponte temporale lungo undici anni. Perché oggi, undici anni fa, il Milan conquistava contro la Roma all’Olimpico il suo diciottesimo tricolore. Era sabato anche quella volta e finì con uno zero a zero che domani a Verona potrebbe essere piuttosto utile. Non al punto di mettere le mani sul titolo, ma sufficiente per giocarsi poi l’all-in delle due vittorie obbligate negli ultimi 180 minuti. E’ il famoso bonus, quel jolly che il Milan si è conquistato negli scontri diretti con l’Inter in caso di arrivo a pari punti con i nerazzurri. Un pareggio da non disdegnare anche perché oggettivamente il Verona in questo momento è uno dei clienti peggiori possibili: il Diavolo troverà una squadra in gran forma, con l’obiettivo del record storico di punti in A e – pur con un esodo di tifosi rossoneri imponente – un ambiente particolarmente bollente.

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In realtà ci sarebbe anche la pressione dell’Inter tornata provvisoriamente in vetta, ma a Milanello comanda una consapevolezza fondamentale: il destino è comunque tornato nelle proprie mani, al di là dei risultati altrui. E questa è una base di lavoro vitale. “Ho visto grande motivazione e determinazione nei giocatori in settimana – spiega Pioli in conferenza -. Gli ostacoli superati ultimamente, e non solo ultimamente, ci hanno permesso di acquisire più consapevolezza. Ora è il momento di dimostrare che non siamo solo bravi, ma che possiamo essere i migliori. Stiamo iniziando a scrivere la nostra storia”. Be’, come discorso motivazionale va detto che non c’è male. Pioli si tiene saggiamente alla larga da discorsi visti e rivisti sulla “fatal Verona”, e giustamente si tiene alla larga pure dall’Inter. “Giocare prima o dopo l’Inter non mi interessa, sappiamo cosa dobbiamo fare. Io so solo che mancano sette punti per lo scudetto e quelli dobbiamo fare. Esatto, sette punti per centrare qualcosa di straordinario e per dimostrare di essere i migliori. Quindi giocando sempre da Milan con il nostro atteggiamento e con la nostra mentalità. Se ho visto l’Inter ieri? No, ho rivisto il nostro allenamento e poi ho visto una gran partita di tennis, Alcaraz è un fenomeno…”.

CI VUOLE (ANCHE) IL CUORE

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Poi, ovviamente, ci sarà stato spazio anche per rivisitare l’avversario di domani. “È giusto che il Verona se la giochi, vogliono superare se stessi in termini storici e noi siamo una rivale importante e prestigiosa. Dovremo fare attenzione al loro reparto offensivo che è molto pericoloso. I tre davanti sono tutti in doppia cifra. Il nostro modo di giocare però ci permette di essere equilibrati. E sappiamo bene che le partite vanno giocate dall’inizio alla fine come insegna il Real. Hanno dimostrato che conta anche il cuore e non solo la tecnica. Io d’altra parte sono certo che noi stiamo bene con le gambe perché stiamo molto bene di testa. È la mentalità a fare la differenza. Siamo stati molto bravi perché spesso siamo andati contro pronostici che ci davano per sfavoriti. Arriviamo da due anni di percorso e siamo più pronti per affrontare questo tipo di partite. E i giocatori non li vedo ansiosi e frenetici ma motivati, sereni e concentrati. Sotto questo aspetto il mio gruppo ha avuto una crescita eccezionale”.

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