Pioli: “La serenità di Gazidis mi impressiona, la sua forza sarà la nostra”

Il tecnico rossonero si racconta lungo il tragitto Casa Milan-Milanello: “Le vacanze le decide mia moglie. E vedeste il mio nipotino con Kessie… Questo Milan? L’importante è essere ambiziosi”

Casa Milan-Milanello. Sono 45 chilometri e circa 35 minuti di strada, quando non c’è traffico. Stefano Pioli ha fatto questo percorso, che conosce molto bene, accettando di raccontare e raccontarsi in una lunga intervista. Un’intervista che ha toccato la sua sfera privata, familiare e ovviamente tanti aspetti del suo lavoro. “È presto per dire dove possiamo arrivare, l’importante è essere ambiziosi”, ha detto il tecnico. Ma ci sono anche tanti altri passaggi meno consueti e piuttosto interessanti: “Mi piace molto camminare, alla sera esco a cena con mia moglie e ci piace andare nella zona del centro a piedi. Lei è un’amante dei viaggi, mi ha permesso di visitare tanti posti bellissimi. E’ più per i monumenti, le chiese, le strade, invece a me piace viaggiare per vedere le persone. Mi piace andare anche in posti poco conosciuti per capire come si comporta la gente comune. Io faccio un lavoro in cui devo fare scelte giornalmente. Sulle altre cose, soprattutto sulle vacanze, decide sempre lei, non so mai dove mi porta”.

Riflessioni

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Così come non sa dove lo porterà il suo Milan allestito da Elliott e programmato dall’a.d. Gazidis, che adesso deve affrontare una brutta malattia: “Sono rimasto impressionato dalla sua serenità, la sua forza sarà anche la nostra forza. Vederlo così determinato, sereno e convinto di poter affrontare questa battaglia e di poterla vincere ci sta dando un’emozione che sentiamo. Tutto il mondo del Milan è con Ivan perché è uno di noi e noi siamo una famiglia”. Poi, altre riflessioni private. Sul papà Pasquino: “La sensazione più bella – ha raccontato Pioli a bordo di una Bmw, sponsor rossonero – è che con mio padre mi sono sempre sentito al sicuro, mi ha dato sempre una sicurezza forte”. Sulla mamma Marialuisa: “I miei fratelli e i miei nipoti quando vedono la partita con mia mamma non riescono a gestirla, è molto impulsiva, molto vulcanica”, sorride il tecnico.

Il nipotino e Kessie

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Sull’essere nonno: “Mia figlia ovviamente guarda tutte le partite del Milan, il mio nipotino che ha due anni ha imparato il nome di Kessie ed è bellissimo perché mentre guardavamo le partite dell’Europeo si buttava a terra e diceva ‘Che fallo Kessie’ (ride, ndr). Gli ho regalato adesso il kit completo di Franck. Presto ci sarà l’incontro dal vivo”. Infine, una considerazione che fa capire molto del suo modo di lavorare: “Nella mia visione essere allenatori è un po’ come essere padri, soprattutto per sottolineare ai giocatori i comportamenti, gli atteggiamenti. Cercare di dargli dei consigli su delle situazioni che possono affrontare credo che possa aiutarli a farli crescere. Sembrano così spavaldi, ma non è sempre così”.

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